Spia juventina per studiare qualità e difetti di Olsen

Spia juventina per studiare qualità e difetti di Olsen

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – In tribuna, allo stadio Grande Torino, anche il preparatore dei portieri della Juventus. Non uno spettatore qualsiasi, insomma. Anche perché il romano Claudio Filippi, 53 anni, prima di vestire il bianconero e di vincere con Buffon i 7 scudetti di fila, e cresciuto a Trigoria, rimanendoci a lungo. In prima squadra, dopo essere stato nelle giovanili, e rimasto dal 2000 al 2008. E ha, dunque, festeggiato il suo primo tricolore proprio con la Roma nel 2001. Ha affiancato Capello, Prandelli, Voeller, Del Neri, Conti, Sella e ovviamente Spalletti nella prima avventura in giallorosso. Oggi e il riferimento di Allegri, dopo esserlo stato di Conte (e anche di altri, tra i quali sempre Del Neri).

E, di ritorno da Verona, ha approfittato della visita romanista all’ex Olimpico granata per andare a scoprire, dal vivo, i segreti del nuovo portiere Olsen. Da esperto lo ha seguito in ogni movimento. Nel modo di partecipare all’azione, di intervenire, di calciare e di comunicare. Neanche lui potrà dare un giudizio definitivo sul successore di Alisson che, comunque, ha esordito nella nostra serie A con un clean sheet, la specialità del brasiliano che gli ha lasciato il posto. La palla che gli è sfuggita da controllo sul tiro centrale di Baselli e la gaffe del pomeriggio. Ma a Robin è andata bene, perché non è finita in porta. E con qualche tuffo si è fatto perdonare: Meita, Belotti e Iago Falque. Respinte utili, più che sicure.

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