STADIO HISTORY La lunga e travagliata storia del Sant’Elia di Cagliari

STADIO HISTORY La lunga e travagliata storia del Sant’Elia di Cagliari

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Sant'Elia 1A cura dell’architetto Tiziano Magi.

Lo stadio Sant’Elia è un impianto sportivo di Cagliari, che prende il nome dal quartiere omonimo in cui si trova. Originariamente nato come stadio polivalente, con pista d’atletica, è stato oggetto nel corso del tempo di una riduzione della sua capienza e, dal 2002, di una trasformazione in uno stadio solamente calcistico per via dell’installazione interna di tribune Dalmine (tribune prefabbricate) su tre lati del campo, che hanno determinato una capacità di 23 486 spettatori.

Questo fino al 2011-2012 quando, a causa della sua parziale inagibilità, è stato abbandonato dalla squadra cagliaritana che per una stagione ha giocato le sue gare casalinghe negli stadi Is Arenas e Nereo Rocco.

La Storia Originariamente progettato nel 1964 dall’architetto Antonio Sulprizio, il progetto originale prevedeva un solo anello di forma ellittica parzialmente sormontato da gradinate con una capienza di 35.000 spettatori. Con la vittoria dello scudetto 1969-1970, sotto la supervisione strutturale dell’ingegnere Giorgio Lombardi, l’impianto fu completato nell’estate del 1970, arrivando al progetto definitivo con l’aggiunta del secondo anello attraverso la costruzione di 64 telai (cosciali) in cemento armato.

Lo stadio venne inaugurato nel settembre di quell’anno: il Cagliari, appena divenuto Campione d’Italia, prese così possesso del nuovo impianto in sostituzione del vecchio Amsicora. Al nuovo stadio non fecero seguito, inizialmente, adeguate infrastrutture: le vie d’accesso erano poco adatte alla dimensione della struttura e il parcheggio, in un primo momento, poteva contenere solo 200 autovetture.

L’impianto, capace di 59.972 posti a sedere (che potevano diventare circa 70.000 con quelli in piedi), costò al Comune di Cagliari poco più di 1,9 miliardi di lire dell’epoca, circa un quarto dei quali coperti dal CONI attraverso un credito sportivo di circa 550 milioni in due tranche. Restyling Prima dell’inizio del campionato di Serie B 2002-2003, a causa della decisione della Lega Calcio di non dare l’agibilità allo stadio, stanti le condizioni di pericolo di crollo riguardanti i settori delle curve e dei distinti, il Cagliari decise di investire, in tempi rapidissimi, 3 milioni di euro, con i quali furono piazzate tribune Dalmine sopra la pista di atletica leggera (anche dietro le porte del campo di gioco), in modo da diminuire la distanza tra le vecchie gradinate ed il campo da gioco. Rimase invece intatta la tribuna centrale. Il nuovo formato dello stadio, progettato per una capienza quasi dimezzata (23.486 posti) rispetto a quella del 1990, subì aspre critiche dopo che il 18 novembre 2002, durante la partita Cagliari-Messina, un tifoso riuscì a scavalcare le recinzioni, eludendo le forze di sicurezza, e sferrò un pugno al portiere siciliano Emanuele Manitta. Per risolvere questi problemi furono notevolmente rivoluzionate le barriere tra spalti e campo di gioco: vennero infatti rimosse le ringhiere in ferro, sostituite con dei pannelli in plexiglas.

Ulteriori migliorie vennero effettuate per consentire una maggiore e confortevole visione agli spettatori dei settori Poltroncine; difatti fu creato un fossato e le panchine furono interrate nel terreno. In seguito alle piccole modifiche dovute alle nuove norme introdotte dalla legge del 17 ottobre 2005, n. 210 (Legge Pisanu), la capienza scese a 20.270 posti. Nuovi problemi Nel 2012, la Commissione Provinciale di Vigilanza ha dichiarato inagibile lo stadio, “per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità”. La medesima situazione era già nota da parecchio tempo, perché all’interno di una struttura ormai fatiscente erano state installate alcune tribune Dalmine, dapprima in via sperimentale, ma di fatto in maniera stabile e continuativa. Il Cagliari è stato così costretto a finire la stagione in uno stadio a capienza ridotta: sono stati chiusi infatti i settori distinti e la curva sud, facendo scendere la capienza a circa 14.000 posti, sotto il livello minimo dei 20.000 posti richiesti dalla Lega Serie A per una partita ufficiale, e perciò si è dovuto richiedere un’ulteriore deroga. Il 7 aprile 2012, nella 12ª giornata di ritorno, il Cagliari ha giocato la partita contro l’Inter allo stadio Nereo Rocco di Trieste; il presidente Massimo Cellino ha fatto disputare al Nereo Rocco anche le restanti partite casalinghe del Cagliari, nonostante la Commissione di Vigilanza avesse concesso l’agibilità (seppur temporanea e con capienza limitata). Il 16 maggio 2012 lo stadio viene ufficialmente abbandonato dalla società cagliaritana.

Per il campionato di Serie A 2012-2013 il Cagliari ha disputato le proprie partite interne allo stadio Is Arenas, nel comune di Quartu Sant’Elena. Dopo che è stata firmata una convenzione triennale, il presidente Massimo Cellino ha trasformato lo stadio di Quartu utilizzando le tre tribune Dalmine montate nel 2003 a sue spese presso il Sant’Elia, mentre per la tribuna centrale è stata costruita una versione modificata di quella prevista per la Karalis Arenas di Elmas, composta da moduli in acciaio e elementi prefabbricati. Questa è l’unica parte coperta dell’Is Arenas, che ha assunto una capienza di 16.500 spettatori. La scelta dell’Is Arenas si rivelerà inadeguata; dichiarato a più riprese inagibile, ha permesso alla squadra di disputarvi un numero limitato di partite ed i lavori di adeguamento hanno portato a un’indagine della procura di Cagliari. Il 14 febbraio 2013, il presidente del Cagliari Massimo Cellino, il sindaco di Quartu Sant’Elena e l’assessore allo sport dello stesso comune vengono arrestati con l’accusa di tentato peculato e falso ideologico in relazione a tali lavori.

Nuova convenzione e ritorno al Sant’Elia Il presidente Cellino è tornato in libertà il successivo 14 maggio e, nell’incontro tenutosi il 25 giugno 2013, ha comunicato alle autorità della Regione Sardegna e della Lega Calcio la decisione di abbandonare definitivamente lo stadio Is Arenas, permanentemente inagibile dal 25 febbraio 2013.

cag 1Il 29 giugno, il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha dichiarato che il Cagliari sarebbe tornato al Sant’Elia di comune accordo con la società calcistica; la conclusione dei lavori di adeguamento, inizialmente prevista per la fine settembre, è slittata fino a fine ottobre, per cui la squadra sarda ha potuto riutilizzare l’impianto soltanto dal 19 ottobre. Il 23 agosto il Comune di Cagliari e il Cagliari Calcio pongono la firma sulla nuova convezione, decretando il ritorno ufficiale della squadra nell’impianto cittadino. La convenzione, della durata di un anno più un’opzione per il secondo, mira alla progettazione futura di un nuovo Sant’Elia. In attesa del progetto, lo stadio verrà parzialmente ristrutturato per essere idoneo per il massimo campionato italiano di calcio: Lo stadio, nella sua forma provvisoria, potrà ospitare circa 16.000 spettatori.Nonostante una parte dei lavori non siano ancora terminati, la Lega Calcio e il Comune rilasciano le autorizzazioni per giocare il 19 ottobre contro il Catania davanti a circa 5.000 spettatori.

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