Stadio, il pressing di Scaroni e Vitek per Tor Vergata

Stadio, il pressing di Scaroni e Vitek per Tor Vergata

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Per la questione stadio Dan e Ryan Friedkin procedono a fari spenti. Prediligono il silenzio e i “no comment“. Non considerano Tor di Valle un dogma, hanno congelato a tempo indeterminato l’iter e con lui la necessità di avventurarsi ad occhi chiusi in un investimento da un miliardo di euro. Una novità che ha rimescolato le carte e messo sull’attenti tutto il panorama politico e finanziario capitolino. Si registrano nuovi movimenti. A farsi avanti sono stati direttamente i vertici italiani di Rothschild con l’amministatore delegato Daffina e il presidente del Milan Scaroni. La banca si è proposta come intermediaria per il trasloco dello Stadio.

Come scrive Lorenzo D’Albergo su La Repubblica, la suggestione, a cui parteciperebbe anche Vitek, sono i terreni di Tor Vergata. Il Governo ha stanziato 25,8 milioni di euro per chiudere la convenzione firmata dall’Università con la Vianini del gruppo Caltagirone nel 1987 e saldare le pendenze per la Vela di Calatrava. L’altra opzione sondata è Fiumicino. Ascoltando tutti, ma senza dar retta veramente a nessuno, i Friedkin prendono nota. Per costi, a livello estetico e per riattirare i tifosi romanisti, piace sempre il Flaminio. L’entusiasmo di Renzo Piano è contagioso. Restano due nodi: Vitek e il Campidoglio.

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