Sullo stadio l’ultimatum di Eurnova

Sullo stadio l’ultimatum di Eurnova

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È l’ultimatum di Eurnova, l’avvertimento finale al Campidoglio grillino. Chiunque voterà a favore del definitivo addio al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle rischia una causa da capogiro. Centinaia di milioni di euro. La discussione in aula Giulio Cesare si avvicina, potrebbe arrivare entro la fine della prossima settimana. Come scrive Lorenzo D’Albergo su La Repubblica, confezionata alla vigilia del voto, la lettera inviata dai legali della società proprietaria dei terreni a ridosso del Grande raccordo anulare a tutti i consiglieri comunali lo scorso mercoledì non lascia dubbi. Al via libera alla revoca del masterplan che prevedeva la realizzazione del nuovo impianto giallorosso e del relativo business park seguirà un maxi-contenzioso.

Come sottolineano gli avvocati di Luca Parnasi, il costruttore arrestato proprio nell’ambito dell’inchiesta della procura sullo stadio della Roma, ci sono “rilevantissime somme a titolo risarcitorio“. Cifre di cui, si legge ancora nella missiva, “sarebbero tenuti a rispondere in termini di responsabilità patrimoniale ed amministrativa, anche a titolo personale ed in concorso, tutti gli amministratori pubblici che abbiano consentito il formarsi di tale deliberazione”. La sindaca Virginia Raggi in testa. Seguono gli assessori, i consiglieri, il segretario generale e i dirigenti che hanno partecipato alla scrittura e all’approvazione della delibera che revocherà l’interesse pubblico sul progetto di Tor di Valle.

In realtà ce n’è per tutti i romani: con l’avvio della causa, stando ai primi calcoli che circolano a palazzo Senatorio, il Comune dovrà accantonare almeno 200 milioni di euro nel proprio bilancio. Eurnova lo dà per scontato e ha già iniziato a raccogliere le carte: nelle ultime commissioni capitoline convocate sul dossier stadio, ricordano i legali della società in procinto di vendere i terreni alla Cpi del ceco Radovan Vitek, sarebbe stato dato un primo parere positivo all’addio a Tor di Valle «senza il numero legale». Con soli 3 consiglieri su 12, uno in meno dei 4 necessari da statuto di Roma Capitale. Ma tant’è, l’iter va avanti. La maggioranza pentastellata (ciò che ne rimane) tira dritto.

E la Roma? Dal club giallorosso filtra la massima serenità. Si pensa al futuro e alla prossima location per la realizzazione di un impianto “sostenibile”. Il sogno è l’Ostiense. Ma andrebbe trovata la quadra con Eni, proprietaria dei terreni all’ombra del Gazometro. Più semplice, visti i buoni rapporti con la giunta Raggi, la pista che porterebbe i Friedkin all’ex Sdo di Pietralata. Un’area su cui Roma punta anche per Expo 2030. Ultima opzione sul tavolo, l’ex Velodromo all’Eur.

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