Totti, una maglia è per sempre «I tifosi sono la mia Hall...

Totti, una maglia è per sempre «I tifosi sono la mia Hall of fame»

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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Fa un po’ sorridere, tutto considerato, che Francesco Tottisia entrato soltanto ieri nella Hall of Fame della Roma. La burocrazia, anche quella calcistica, talvolta dovrebbe avere un po’ più di rispetto per la Storia, ma va bene così. Resta da capire, però, come mai Totti sia stato eletto tra gli eletti soltanto un anno e mezzo dopo la fine della sua carriera sul campo. Fosse stato per noi, e forse non soltanto per noi, il Capitano sarebbe un fame già dalla sera del 28 marzo del 1993. Punti di vista, certo. Emozione, cori, urla e tanti applausi durante la cerimonia con Falcao e Conti a fare da paggetti a Francesco. In assenza di James Pallotta (contestato per tutta la gara dalla Sud), è stato il Divino, in tandem con Brunetto (altri due che con la Roma hanno vinto, loro sì), a consegnare a Totti, con gli occhi via via sempre più lucidi, la maglia della gloria. Sud impazzita d’amore, come al solito quando c’è di mezzo Lui. Un capitano è per sempre, la scritta sull’enorme striscione lì in alto. E dietro lo striscione, ma non soltanto lì, è spuntata più di qualche lacrima come quella sera del 28 maggio 2017. «Essendo romano e romanista, e capitano, aver indossato un’unica maglia è un privilegio. Una cosa difficile da descrivere, e farlo davanti a questo pubblico è emozionante. Perciò ogni giorno per me è hall of fame. La cosa più bella è rimanere uniti come siamo sempre stati. Sono tutti fratelli e sorelle per me, li amo veramente». 

L’AMICHEVOLE DA TRE PUNTI – A gustarsi la scena, a due passi dal premiato, una sfilza di altri ex romanisti da stropicciarsi gli occhi. Losi, De Sisti, Santarini, Rocca, Pruzzo, Nela, Candela, Tommasi e Giannini, e accanto a loro tre ospiti illustri: Butragueño, Raul e Roberto Carlos. Tanta, tanta roba. Poi Totti e tutti si sono accomodati in tribuna per seguire l’amichevole da tre punti tra Roma e Real, già qualificate per gli ottavi prima del fischio d’avvio di Turpin. E hanno potuto vedere (ammirare?) una Roma, almeno nel primo tempo, lontanissima parente di quella di Udine contro i fini palleggiatori di Solari. Roma tosta, pericolosa, vibrante, addirittura sciupona (ahi ahi Under…) contro i campioni d’Europa. Poi ci ha pensato Fazio a dare il la all’ennesima sconfitta della Roma, rovinando così la festa di Totti e tutti, ma questa non è una notizia nuova.

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