Tutti a casa alè, tutti a casa alè

Tutti a casa alè, tutti a casa alè

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IL ROMANISTA – C. ZUCCHELLI – Mancano dieci minuti alla fine di Roma-Inter (3-0) quando la Curva Sud regala le cose più belle della giornata. Più del gol di Juan, più della doppietta di Borini,

più della straordinaria rete di Bojan, più del pressing a tutto campo, più del pallone sempre e comunque nei piedi dei romanisti, più del rinnovo di De Rossi, annunciato quando la partita è finita da un pezzo.
Tra i minuti 34 e 36 del secondo tempo, la Curva Sud, che aveva accolto la squadra in campo con una coreografia tanto semplice quanto importante, nell’ordine chiede: un gol all’esordiente Piscitella, poi sottolinea i passaggi dei giocatori della Roma con tanti olè e, infine, invita tutti ad andare a casa. Felici. Riscaldati da una Roma straripante che umilia l’Inter dell’ex Ranieri priva di gioco (…) ma anche di quel carattere e quella grinta che negli anni aveva regalato ai romanisti tante battaglie. All’Olimpico la Roma si riprende quello che era stato suo tra dicembre e gennaio: gol, vittoria e bel gioco.
Finisce 3-0, inizia la risalita in classifica. Mercoledì 25 minuti a Catania, lunedì si va a Siena, domenica prossima all’Olimpico arriva il Parma: no alle tabelle, sì a un filotto di vittorie perché fermarsi adesso, sul più bello, sarebbe un delitto. (…). Prima occasione al 4’ con Gago che passa morbido a Borini scavalcando la difesa dell’Inter: destro di controbalzo dell’attaccante fuori di un niente. Parte benissimo la Roma, come detto, che schiaccia l’Inter nella propria metà campo: magia di Totti per Lamela che calcia ma Julio Cesar respinge, sul pallone si avventa Pjanic ma il portiere brasiliano ci mette ancora le mani. Angolo sotto la Sud: batte Totti, Juan stacca benissimo, anticipa Maicon e fa 1-0. Per il brasiliano è il terzo gol stagionale, secondo di fila dopo quello di Cagliari. L’Inter si fa vedere per la prima volta al quarto d’ora: Milito si libera bene di Gago e De Rossi, entra in area ma Stekelenburg è bravo a farsi trovare pronto sul suo destro. La partita la fa la Roma: pressing a tutto campo, a partire da Julio Cesar costretto un paio di volte all’errore, difesa alta e tanta corsa. Occasione vere e proprie però ce ne sono poche, anche se se la squadra giallorossa domina. Alla mezzora ci prova Lamela con quello che non è proprio il pezzo forte del suo repertorio, il colpo di testa su cross di José Angel ben servito da Heinze, ma il pallone termina alto sopra la traversa. Dieci minuti e la Roma – strameritatamente – raddoppia: assist volante di De Rossi, Pjanic prende palla e serve Borini che stoppa il pallone, mette a sedere Samuel, uno che da queste parti qualcosa ha vinto, e batte di destro Julio Cesar. (…)
La Roma va al riposo tra gli applausi e torna in campo con gli stessi 11. Ranieri invece cambia e si copre ancora: fuori Samuel per Cordoba ma, soprattutto, fuori Pazzini per Poli. Non cambia, invece, la Roma. Due minuti e tre a zero, ancora con Borini. Juan lancia lungo, l’attaccante scatta in posizione assolutamente regolare, dopo Samuel si beve con tanti saluti anche Lucio e batte, ancora una volta, Julio Cesar. La partita della Roma è praticamente perfetta e all’Olimpico nessuno ha voglia di accontentarsi: la Curva Sud che canta “E Forza Roma facci un gol” e soprattutto Luis Enrique che su un pallone perso da Gago sulla trequarti si imbestialisce. E infatti è costantemente in piedi davanti alla panchina. A venti minuti dal termine cambia anche la Roma: fuori il diffidato Gago e dentro Simplicio. Standing ovation per lui e, soprattutto, primo coro personalizzato. Fuori anche Lamela e dentro Bojan. Azioni rilevanti non ce ne sono, la Roma controlla agevolmente e si diverte. Per questo Luis Enrique a dieci minuti dalla fine regala la standind ovation a uno straordinario Borini – coro anche per lui – e regala anche l’esordio al diciottenne Piscitella. A testimonianza della giornata da ricordare la Sud canta: “E Piscitella facci un gol”. Il poker arriva e il quarto fol lo fa Bojan, straordinario a liberarsi di tre avversari e a chiudere i conti con un destro straordinario. Lo meritava lui. Ma soprattutto se la meritava la Roma una domenica così.
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