Tutti al lavoro per la nuova Roma

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IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) – Walter Sabatini firmerà la prossima settimana il contratto che lo farà diventare ufficialmente il nuovo direttore sportivo della Roma dal primo luglio. Nel frattempo, continuerà a lavorare a fari spenti, come già sta facendo da settimane, per costruire la squadra del futuro. Insieme a lui, grande regista delle manovre romaniste, Franco Baldini. Ci ha pensato per un po’, l’attuale manager della nazionale inglese, poi, dopo l’incontro in Toscana con DiBenedetto un mese fa, ha sciolto la riserva. Ed ha accettato di tornare a Roma. Comunicandolo prima a Fabio Capello (molto più di un rapporto di lavoro, il loro) e poi a tutte le persone che lavorano con lui in Inghilterra. E che gli hanno augurato le migliori fortune per la nuova avventura. Un’avventura che, per Baldini, inizierà con ogni probabilità ad ottobre, quando l’Inghilterra terminerà le qualificazioni europee. Fino a quel momento, il futuro direttore generale (o vice presidente), non sarà a Trigoria, ma lavorerà fianco a fianco sia con DiBenedetto sia con Sabatini. Per costruire una grande Roma, che conquisti il cuore dei tifosi. Questo è il grande obiettivo degli americani: guadagni, marketing e successi sì, ma anche e soprattutto emozioni. Tu chiamale, se vuoi, Totti e De Rossi. La nuova Roma ripartirà da loro. Francesco, che agirà da attaccante qualunque sarà l’allenatore che verrà scelto (la corsa sembra sempre di più tra Ancelotti, che ieri, per la prima volta, ha ammesso un suo eventuale addio al Chelsea a fine stagione, e Montella), è – e sarà – l’uomo simbolo, sia in campo sia fuori. Dopo di lui, o per meglio dire accanto a lui, De Rossi. Al vice capitano verrà proposto un rinnovo di contratto adeguato al suo valore, e i primi contatti col suo procuratore, Sergio Berti, ci sono già stati. Positivi. A Trigoria, per la cronaca, resterà anche Alberto, il papà di Daniele. Un altro giocatore su cui gli americani vorrebbero puntare è Mirko Vucinic. Sabatini e Baldini ci parleranno, per cercare di capire se si sente ancora parte integrante del progetto Roma. Se così dovesse essere, come sperano, gli verrà prolungato il contratto (in scadenza nel 2013) con tanto di adeguamento contrattuale. Difficile, invece, che Menez resti ancora in giallorosso. Da Milano dicono che Galliani ci starebbe facendo un pensierino e che lui, complice anche la presenza dell’amico Mexes, accetterebbe senza problemi. La sostituzione del difensore francese è una delle priorità di Sabatini e Baldini. Il nome caldo, in queste ore, è quello di Rolando del Porto. La Roma continua ad osservarlo da vicino, come fa da ormai un paio di mesi, anche se, per ora, una trattativa ancora non c’è. Dopo averlo detto un paio di giorni fa, Peppino Tirri, il suo agente, lo ha ribadito anche ieri: «Non c’è un testa a testa tra Juventus e Roma, anche perché i giallorossi devono ancora ufficializzare i quadri dirigenziali. Ci sono molte squadre interessate, ma al momento non c’è alcuna trattativa, anche per rispetto del Porto che ha ancora obiettivi importanti da raggiungere. Non è il momento di parlare di mercato». Meglio lavorare a fari spenti dunque, come filosofia di Sabatini e Baldini insegna. I migliori colpi infatti si fanno senza dichiarazioni sui giornali: tanto per fare un esempio, quando Pastore arrivò in Italia fu pagato neanche 4 milioni perché l’allora ds del Palermo fu bravo a lavorare sottotraccia. Lo stesso potrebbe succedere con il centrale del Porto, che comunque ha gli occhi di mezza Europa addosso. In Italia piace non solo alla Roma ma anche alla Juventus, che avrebbe bisogno di un centrale di livello internazionale da affiancare a Chiellini e Bonucci. In Portogallo però si dicono convinti che, se Rolando dovesse davvero lasciare il Porto, lo farà solo per una grande squadra, in grado – almeno – di disputare la Champions. Ecco perché ogni discorso, almeno fino al 22 maggio, è prematuro. Certo è che se la Roma dovesse riuscire nella rimonta per il quarto posto, le possibilità di arrivare a Rolando aumenterebbero sensibilmente. Altrimenti sarebbe complicato convincerlo a lasciare una squadra, il Porto appunto, che alla massima competizione continentale è già certa di partecipare.

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