Udinese e mercato: Doni deve blindare la sua porta

Udinese e mercato: Doni deve blindare la sua porta

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GAZZETTA DELLO SPORT – Le disgrazie non vengono mai da sole. Riassumendo: Doni ha perso la partita con la Juventus (nonostante abbia provato a salvare la baracca), lo scudiero Mexes e, come se non bastasse, anche 32 mila euro, che lo hanno iscritto nella lista dei truffati dal «Madoff dei Parioli» . In più, due spauracchi all’orizzonte e il fantasma di Buffon, che ha comunque provato a esorcizzare: «Sarei contento se arrivasse. Ben vengano i campioni» . Con Ranieri, però, se ne sono andate anche le vecchie gerarchie e, in compenso, Doni ha ritrovato la porta. Sabato— sarà l’ottava volta su 8 nella gestione Montella— toccherà a lui «parare» l’Udinese di Di Natale e Sanchez, due che solo a srotolare qualche numero fanno spavento. Totò e Alexis, in due, hanno segnato 37 gol (25 Di Natale, 12 il cileno), i due terzi dei gol dell’Udinese (56), solo 10 in meno di quelli di tutta la Roma (47).

Conto aperto Se il rendimento di Doni, che in 7 partite ha subìto 10 reti (non poche, ma neanche tantissime visti i problemi difensivi della Roma), ha influito solo relativamente sui risultati, c’è un dato che incoraggia o fa venire i brividi. Questione di punti di vista: Di Natale, in campionato, ha già segnato 4 gol a Doni e tutti al Friuli. Ma se la doppietta dell’ottobre 2008 fu decisiva per il 3-1 dell’Udinese, gli altri due coincidono con altrettante imprese: il primo nel gennaio 2006, nel bel mezzo delle 11 vittorie consecutive (1-4), il secondo nell’aprile 2008 (1-3), giorno della lite a cielo aperto tra Doni e Panucci.

Mani in incognito Quella del portiere non sarà mai una vita tranquilla, figuratevi a Roma. Basta un attimo per salire o scendere dal trono, lo dice la storia: da Antonioli, campione d’Italia poco apprezzato, a Pelizzoli, il «nuovo Buffon» mai rivelatosi tale. Poi Curci, il baby fenomeno nell’anno dei cinque allenatori, fino a Doni e Julio Sergio, il «miglior terzo portiere del mondo» , poi uno dei migliori primi e ora uno dei migliori secondi. In mezzo, le parentesi di Lobont che, come i due brasiliani, non è certo di restare nonostante Doni, domenica, abbia ribadito che rimarrà «al 100%» . Così non fosse, il problema sarebbe l’ingaggio, pesante per ogni possibile acquirente: 4,1 milioni lordi per questa stagione, 4,3 nella prossima, l’ ultima prima della scadenza del contratto. In confronto, i 32 mila euro messi in mano a Gianfranco Lande sono spiccioli, ma perderli fa ugualmente rabbia. Provate a chiederglielo.

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