Claudio Ranieri qui in Inghilterra è Sir, un baronetto, uno che si è guadagnato la gloria eterna dopo il trionfo con il Leicester, e non può certo permettersi di esporsi a brutte figure con la sua Roma, anche se la mano ce l’ha messa da poco tempo, mentre il cuore glielo ha donato da bambino. Non può e non vuole buttare via la recente storia dei giallorossi, protagonisti in Europa con cinque semifinali in sette anni, più due finali. La Roma ha solo cinque punti in classifica, deve cominciare a cambiare marcia. L’avversario di stasera non aiuta: il Tottenham è una big di questa competizione, lo stadio tutto nuovo – che in pratica galleggia su un lungo marciapiede di Hide Road – incute qualche timore di troppo, e rischia di far tremare le gambe ai giocatori specie in questo momento di fragilità.
(…) I Friedkin controllano e tirano le somme, sempre. E la Roma non può uscire adesso dall’Europa, una sconfitta stasera con il Tottenham limiterebbe la soddisfazione di aver diminuito le perdite, 102,7 milioni di euro.
Come scrive il Messaggero, se la Roma dovesse abbandonare prematuramente questa Coppa, si ritroverebbe a piangere pure per i circa 20 milioni di premi qualificazione (fino alla finale) e in più perderebbe anche l’opportunità di entrare in Champions dalla strada secondaria che, solo per la qualificazione, ne farebbe entrare nella casse giallorosse almeno 18. Insomma, ricostruire sì, ma il dovere di questa squadra è di riprendere a vincere, di ritrovare una strada, con una visione economica del futuro. L’avversario, come detto, fa paura, però.