Un, due, tre…l’incubo continua

Un, due, tre…l’incubo continua

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C_27_articolo_98453_immagineprincipaleIL ROMANISTA – V. META – Doveva ricominciare tutto, a Marassi contro la Samp, e invece tutto è ancora al punto di partenza. Tre gol incassati, uno ingiustamente annullato, un rigore calciato talmente male da essere giustamente bloccato e pure l’irrisione di Delio Rossi: difficilmente poteva andare peggio il debutto di Aurelio Andreazzoli sulla panchina della Roma, che a Genova rimedia la seconda sconfitta consecutiva e viene scavalcata in classifica anche dall’Udinese. Inizio della risalita rimandato alla prossima? Forse, non fosse che sabato sera all’Olimpico arriva la Juventus.

Andreazzoli aveva detto che l’importante non è tanto il modulo (e infatti ne ha cambiati tre in novanta minuti) quanto piuttosto gli uomini, eppure alla fine hanno pesato anche gli errori individuali: un appoggio sbagliato di De Rossi che innesca l’azione del gol di Estigarribia, il rigore inconcepibile calciato da Osvaldo sotto gli occhi di un Totti perplesso, Stekelenburg che non arriva sulla punizione di Gianluca Sansone, forte sì ma non imparabile. E pesa anche la rete ingiustamente annullata a Lamela all’inizio della ripresa, si era sullo 0-0 e pensare a come sarebbe potuta finire fa solo crescere la rabbia.  Il 3-5-2 di partenza doveva servire a rimettere a posto le cose in difesa, dove giocano tre dei quattro centrali a disposizione (a proposito, con la Juve macherà Castan, che ha rimediato una distorsione al ginocchio), mentre sulle fasce il tecnico rinuncia a un terzino di ruolo, Torosidis, per dare spazio a un esterno (Marquinho) e un’ala (Lamela), con Pjanic a svariare fra la mediana di De Rossi e Bradley e l’attacco di Totti e Osvaldo, regolarmente in campo nonostante la contusione al ginocchio di quarantott’ore prima.

Delio Rossi risponde schierando la sua Samp con un modulo speculare, ma con due terzini a fare gli esterni del centrocampo a cinque, De Silvestri a destra e l’ex juventino Estigarribia a sinistra: dopo un primo tempo a rincorrere Lamela, sarà lui a fare la differenza. Per vedere un tiro in porta bisogna aspettare solo cinque minuti, con Pjanic che tutto solo in area, di testa non riesce a inquadrare la porta sull’angolo di Totti, che poco più tardi prova a bissare il gol da antologia di sette anni fa, solo che stavolta il suo tocco al volo è difettoso. Al quarto d’ora ci prova Lamela, molto bravo a far fuori Estigarribia nell’uno contro uno e a scaricare un diagonale di sinistro che trova Romero pronto alla respinta.

Prima dell’intervallo c’è tempo per un’altra occasione di Pjanic, che con la porta spalancata finisce per calciare addosso a Costa.  Si riparte da Sansone al posto di un impalpabile Soriano e si capisce subito che comincia un’altra partita. Partita che la Roma potrebbe indirizzare a suo favore, se il guardalinee non si ricordasse di sbandierare con almeno trenta secondi di ritardo rispetto al gol (regolare) di Lamela. Invece passano cinque minuti e De Rossi sbaglia un appoggio a centrocampo, ne approfitta Poli che serve Sansone, splendida apertura verso sinistra, dove arriva velocissimo Estigarribia, sinistro al volo in anticipo su Marquinhos e Samp in vantaggio. Andreazzoli corre ai ripari inserendo Florenzi per Bradley, ma anziché il pari arriva il raddoppio blucerchiato con lo stesso Sansone, gran sinistro su calcio di punizione che coglie impreparato Stekelenburg.

Si fa male Castan, al suo posto arretra De Rossi ed entra Dodò, ma ad accorciare momentaneamente le distanze è il solito Lamela, bravo a calciare al volo con il sinistro sul cross di Florenzi rimpallato dalla difesa. Il tempo per la rimonta ci sarebbe, solo che dopo due minuti Icardi timbra il cartellino segnando l’ottavo gol stagionale sotto gli occhi del ct dell’Argentina (come a dire che Prandelli può anche rassegnarsi) anticipando di testa de Rossi sull’angolo battuto da Sansone. E a completare una giornata da travaso di bile per i romanisti ci mancavano solo i gestacci di Delio Rossi.

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