Un mostro di nome Abraham

Un mostro di nome Abraham

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Ecco Abraham in versione mostro, come gli aveva chiesto Mourinho. L’allenatore lo vuole più spietato, con personalità e ieri così è stato. Ora è più completo, attacca, difende e gioca per gli altri. “Prima o poi i gol li farà, si deve incattivire” – aveva detto lo Special One. La resurrezione di Abraham potrebbe dipendere dal fatto che ora ha un compagno vicino a lui, infatti a Venezia aveva segnato avendo Shomurodov al suo fianco, contro lo Zorya invece c’era Zaniolo. Con il numero 22 si trova bene, si cercano a vicenda. Al momento Abraham è a 8 gol (4 in Conference e 4 in campionato) e sta iniziando ad avere continuità sotto porta.

Come scrive il Messaggero, l’attaccante inglese piace ai tifosi sin da quando è stato ripreso mentre cantava in campo l’inno della Roma. Durante l’attesa per il rigore (poi cancellato per un suo fuorigioco), ha cercato di alleviare la tensione palleggiando e sembra essere destino che non calci dagli undici metri, anche contro la Juventus era successo. Ma alla Roma è servito solo il suo gol per battere un Torino compatto e pericoloso in ripartenza.

“Amo questo club dal primo giorno, mi sono innamorato. Sono un calciatore, ma anche un tifoso. Non c’è niente di più bello che segnare il gol decisivo e vincere all’Olimpico. Mourinho? Mi ha detto che ero troppo buono come calciatore e che devi mostrare aggressività quando diventi un attaccante adulto. Questa è una cosa che sto imparando e in cui sto migliorando” – ha detto Abraham al termine del match.

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