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VIDEO – Totti lascia la Roma: “Non mi hanno mai voluto. Mi hanno sempre tenuto fuori da tutto. Ma è solo un arrivederci: tornerò con un’altra proprietà”

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CONFERENZA STAMPA – Dal salone d’onore del CONI, Francesco Totti annuncia le ragioni del suo addio alla Roma, dopo circa 30 anni di militanza da calciatore e da dirigente. Presenti alla conferenza anche Aquilani, Candela, Cassetti, Nela e Chierico.

“Ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità in questo posto bellissimo. Alle 12:41 del 17 giugno 2019 ho mandato una mail al CEO della Roma, dove in poche parole ho scritto frasi per me impensabili. Ho dato le mie dimissioni con l’As Roma, speravo che questo giorno non arrivasse mai. E’ arrivato questo fatidico giorno, che per me è molto brutto, pesante. Però viste le condizioni penso sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione, anche perchè non ho avuto mai la possibilità operativa di poter lavorare sull’area tecnica con la Roma. Ho preso questa decisione difficile, pensata da tanti mesi, ma penso sia la più coerente e la più giusta, perchè davanti a tutti ci deve essere la Roma, una squadra da amare, da sostenere sempre, oggi non ci deve essere la fazione pro Totti, pro Pallotta, pro Baldini, la Roma deve essere un unico obiettivo, l’amore verso questi colori. I presidenti passano, così come gli allenatori e i giocatori, ma le bandiere non passano. Però questo mi ha fatto pensare tanto, non è stata colpa mia prendere questa decisione”

Compare Enrico Lucci – Sei un mito, hai fatto sognare milioni di persone, hai raggiunto il massimo. Quando t’ho visto con la giacca e cravatta, ho detto ma chi glielo ha fatto fare? Perchè sei un artista, sei sopra a tutti. Tu sei su Marte e Pallotta sta a Pomezia. Hai mai pensato durante tutto questo periodo ‘ma chi me lo ha fatto fa?
“No, perchè come ho sempre detto la Roma l’ho messa davanti a tutto, è la mia seconda casa, forse la prima perchè ho passato più tempo a Trigoria che a casa. E’ stata una scelta difficilissima, ho sempre voluto portare la Roma in giro per il mondo e portarla ai massimi livelli”

Di chi è stata la colpa del tuo addio?
“Non è stata mia, perchè non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico, non mi hanno mai dato la possibilità di esprimermi. Il primo anno ci poteva stare, il secondo ho capito cosa volevo fare, non ci siamo mai trovati, aiutati l’uno con l’altro. Sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di poter dare tanto alla Roma, loro sinceramente non hanno mai voluto. Mi tenevano fuori da tutto”

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La storia della Roma è stata alimentata dalla passione. Cosa ti senti di dire alla gente? Sarà un arrivederci?
“Al popolo di Roma, ai tifosi, dico solo grazie, per come mi hanno sempre trattato, c’è stato sempre un reciproco rispetto, sia in campo che fuori, posso dire solamente di continuare a tifare la Roma, che va sempre onorata, per me è la squadra più importante del mondo. Vederla in questa difficoltà mi rattrista, mi da fastidio, Roma è Roma, i tifosi della Roma sono particolarmente diversi dagli altri tifosi, la passione, l’amore, la voglia che mettono su questi colori è talmente grande che non potrà mai finire. Continuerà sempre a tifare Roma da fuori, è un arrivederci, non è un addio perchè da fuori è impossibile vedere Totto fuori dalla Roma, da romanista mi da fastidio, non penso che possa succedere. Prenderò altre strade, ma al momento opportuno, quando ci sarà un’altra proprietà che magari punterà forte su di me, io sarò sempre pronto”

Ora cosa farai? Chi è più colpevole di altri?
“In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare, sto valutando varie situazioni, tranquillamente, valuterò questo mese tutte le offerte che ci sono sul piatto e sceglierò con il cuore quella che mi farà stare meglio. Ho sempre scelto così, se sarà, sarà definitiva. I colpevoli? E’ stato fatto un percorso, non è stato rispettato, alla fine ho fatto questa scelta”

Dici ‘mi fanno lasciare la Roma’. Ti sentivi pronto a fare il dirigente? Cosa ti avevano proposto?
“Tutti sappiamo che mi hanno fatto smettere, hanno voluto questo. Sul piano dirigenziale avevo un contratto di sei anni, sono entrato in  punta di piedi, perchè per me era un altro ruolo, una novità. Ho capito che erano ruoli totalmente diversi: il campo una cosa, la dirigenza un’altra. Promesse ne ho ricevute tante, ma non sono mai state mantenute, per quello che loro sapevano che io volessi. Passato del tempo, ho cominciato a valutare, a giudicare. Ho un carattere, una personalità, non sto lì a fare quello che ogni tanto mi chiedevano di fare, lo facevo per la Roma, ma non mi sembrava il caso di continuare, mettendomi a disposizione di persone che non mi hanno mai voluto”

In questi anni si è parlato di ‘Detottizzazione’. Un percorso iniziato quando? Noti anche una certa deromanizzazione?
“E’ stato sempre un pensiero fisso di alcune persone di levare i romani dalla Roma: un pensiero che alla fine su cui è prevalsa la verità. Sono riusciti ad ottenere quello che volevano, da 8 anni a questa parte, hanno cercato in tutti i modi di poterci mettere da parte, man mano che passavano gli anni, hanno cercato in tutti i modi di farlo. Ci sono riusciti”

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Franco Baldini: i tuoi rapporti?
“Non c’è mai stato, mai ci sarà. Ho preso questa decisione perchè è normale che ci siano degli equivoci, dei problemi interni alla società. Uno dei due doveva uscire, mi sono fatto da parte io perchè troppi galli a cantare non servono dentro una società. Ci sono troppe persone che mettono bocca su tante cose, facendo solo casini. Ognuno dovrebbe fare il suo e sarebbe tutto più facile. Quando canti da Trigoria non senti mai il suono, l’ultima parola spettava sempre a Londra, era inutile fare o dire ciò che pensavi o ciò che volevi cambiare, l’ultima parola spettava a lui, era tempo perso”

In un anno la Roma ha dilapidato un valore enorme. Che futuro vedi nell’immediato?
“Sappiamo tutti i problemi reali di questa società, soprattutto per il fair play finanziario, che bisogna vendere giocatori entro il 30 giugno. Hanno fatto certe scelte, difficili, di vendere i più forti ed è anche più facile prendere soldi con questi giocatori, tamponando i problemi che ci sono sul fair play. Bisogna essere trasparenti soprattutto con i tifosi. Ho sempre detto ad alcuni dirigenti: “alla gente bisogna dire la verità”. Un anno fa feci un’intervista, dissi che la Roma sarebbe arrivata forse quarta e che la Juve avrebbe vinto il campionato, mi hanno detto che sono incompetente e che levo i sogni ai tifosi. Se la gente vuole essere presa in giro è facile, io sono trasparente, abituato a dire la verità, sono fatto così e non posso stare qua dentro”

Non vediamo anche noi le persone a cui fai riferimento, dei fantasmi. Quanto è pesata questa assenza di Pallotta e co nella squadra? 
“Per me pesa tantissimo l’assenza del presidente e di chi ne consegue. Il giocatore trova sempre un alibi, quando le cose vanno male, dicono ‘manca il presidente, manca il ds o il dt’ ‘non c’è nessuno della società che ci dice come stanno le cose’. Questo crea un danno la domenica in campo, alla squadra. Ho ripetuto più volte questo: il presidente deve essere più sul posto, perchè quando i giocatori, i dirigenti, tutti vedono il capo, si sta sull’attenti, si lavora come si dovrebbe lavorare. Quando non c’è il capo, fanno tutti come gli pare, è così ovunque.

Hai fatto tutto quello che era in tuo potere in questi due anni?
“Se ho preso questa decisione è perchè non ho potuto fare niente, non mi sono sentito integrato nel progetto, soprattutto sull’area tecnica, penso di capire un po’ di più rispetto a chi sta a Trigoria, soprattutto su un giocatore ho le basi e l’occhio per capire chi sia. Io non voglio fare altro, avrei voluto fare questo, anche sbagliando, prendendomi le mie responsabilità. La faccia l’ho sempre messa, sempre la metterò, anche soprattutto quando le cose vanno male”

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Quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? C’è una speranza che arrivi una nuova proprietà, magari il Qatar?
“Ho girato spesso in Qatar, ma anche in vari continenti, sicuramente presso gli Emiri. Ci sono tante persone che vorrebbero fare tanti investimenti, ma finchè non vedo nero su bianco non ci credo. La Roma è amata e stimata in tante parti del mondo e tanti la vorrebbero prendere, però direi cavolate esponendomi su certi fronti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, sicuramente tante cose mi hanno fatto pensare, non sono mai integrato, solo quando ero in difficoltà mi chiamavano nelle riunioni. Avrò fatto 10 riunioni in 2 anni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se mi volessero accantonare da tutto, perciò dopo un po’ il cerchio si stringe e subentra il rispetto verso la persona, ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione, per portare qualcosa in più alla Roma, ma dall’altra parte vedevo che era diverso il pensiero”

Cosa serve per riportarti alla guida della Roma?
“Sicuramente un’altra proprietà, poi se mi chiameranno, se crederanno nelle mie potenzialità, se crederanno che io possa fare qualcosa di buono per la Roma. Sicuramente non ho mai fatto e mai farò del male alla Roma, anche in questo momento. Per me questo momento è impensabile, staccarmi dalla Roma, oggi avrei potuto anche morire. Meglio che mi stacchi io, anche perchè tanti dirigenti hanno sempre detto che sono troppo ingombrante in questa società”

La proposta da direttore tecnico  con adeguamento economico, con limitazione alle tue attività personali ti è stata mai formalmente espressa? Se ci fosse questa proprietà senza Baldini torneresti?
“Non ho mai parlato di soldi, mai chiesto niente. Io ho chiesto di fare il direttore tecnico perchè penso di avere queste competenze, non ho mai chiesto di comandare tutto. Ho chiesto di dare un contributo forte, mettendoci la faccia, di decidere come decidono gli altri, ma se poi fanno l’allenatore, il ds e non ti chiamano, che direttore tecnico è? Non sono andato a Londra perchè mi hanno avvertito 2 giorni prima, hanno fatto l’allenatore senza chiedermi niente, cosa andavo a fare? L’unico allenatore che ho chiamato e ho sentito è Antonio Conte. Mai sentito Gasperini, Miha, Gattuso o altri. Ho fatto parlare tutti, solo Conte ho chiamato, il resto è fantascienza. Io per stupido non ci passo. Tutte le cose che avete scritto, c’è l’1% di verità. Questa è realtà. Non tornerei mai con questa società, anche senza Baldini, se il vaso è rotto è difficile mettere i cocci a posto. Se avessero voluto mandare via Baldini, lo avrebbero già fatto, siccome non c’hanno mai pensato, è giusto così. Rispetto a malincuore la loro scelta”

Pallotta ha detto cose diverse: che hai inciso sull’allenatore e su altre scelte. Pallotta è un bugiardo?
“L’unico allenatore che ho chiamato con Fienga, che ringrazio pubblicamente perchè è l’unico della società che si è messo davanti a tutti, dicendomi ‘se comando io, sei il direttore tecnico della Roma’, nessun altro tra i dirigenti mi ha fatto questa proposta. Inutile continuare su questa strada. Con Fienga l’unico che ho fatto di allenatore è Ranieri, altri dirigenti non volevano. Oggi ringrazio Ranieri perchè lui sarebbe venuto a zero soldi, è un uomo vero, non abbiamo parlato di niente quando l’ho chiamato, mi ha detto solo domani sono a Trigoria, i romanisti siano fieri del mister e ha ricevuto un grande tributo all’addio di Daniele. Sulle parole di Pallotta? Ho dato la mia risposta e penso sia vera, non mi serve dire bugie in questo momento, a che pro?”

Fienga è il più alto in grado a Roma, con Pallotta che ha scritto quelle cose. Non poteva essere questo il momento per ottenere quel ruolo di cui parli?
“Fienga me lo disse tre mesi fa, che mi avrebbe fatto fare il direttore tecnico, anche perchè dal primo contratto che feci, dissi a loro che volevo questo ruolo. Quando hai dall’altra parte una persona che ti mette sempre il bastone fra le ruote, sempre, non sono stupido io. Se io adesso non avessi voluto Fonseca, perchè il direttore tecnico decide e da pareri importanti, insieme al ds, allora che cosa avrei dovuto fare se le cosse andassero male? Andavo in conferenza a dire non li ho scelti io?. Io sarei rimasto anche se mi avessero chiamato prima di scegliere l’allenatore, dandomi fiducia, interpellandomi, non lo hanno mai fatto e continuano a non farlo. Con Conte è successo perchè siamo andati io e Fienga, prima che Pallotta sapesse questa cosa. Ho detto a Guido: l’unico che può cambiare la Roma è Conte, dando una forza diversa. Antonio c’aveva dato l’ok, lo abbiamo visto e sentito parecchie volte, poi ci sono stati dei problemi e ha purtroppo cambiato idea. In secondo piano Pallotta lo seppe ed era contento di questa possibilità”

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De Rossi?
“Già da settembre dissi ad alcuni dirigenti, se pensate che sia l’ultimo anno di Daniele, diteglielo subito, non fate come avete fatto con me, perchè Daniele è un capitano e una bandiera. Mi rispondevano ‘poi vediamo, c’è un anno davanti’. Poi ha avuto degli infortuni, c’è stato l’esonero di Di Francesco e tanti altri problemi. Ho sempre detto che a Trigoria hanno paura a fare le cose, ci dovrebbe stare uno che prende decisioni, non dieci persone. Io con Daniele c’ho parlato da amico, non da dirigente, gli ho dato un mio parere, guarda al di là, perchè io penso che questo per te è il tuo ultimo anno, per quello che sentivo, ma sono amico di Daniele e gli davo dei consigli, per fargli aprire gli occhi e il problema è arrivato, come successo con me. Non riesco a capire se fanno così perchè vogliono così o non ci pensano. Da quello che ho capito era quello che volevano: levare i romani dalla Roma”

Sarri qualcuno lo ha contattato?
“Si era il suo pallino (si riferisce a Baldini). Non so quali fossero i suoi obiettivi e le sue valutazioni, sicuramente Sarri era un pallino di quella persona che stai dicendo. E’ un grande allenatore, che avrebbe fatto comodo qui, ma anche lui era sotto contratto col Chelsea, c’erano problemi col club, stiamo parlando del nulla. Fonseca deve trovare un ambiente sereno, tranquillo, una strada percorribile ma senza intoppi. La gente lo stima per quello che ha fatto, per come si è messo a disposizione della società, da quello che ho visto è un allenatore importante, che ha studiato, che ha fatto bene allo Shakhtar”

Conte perchè dice no alla Roma?
“Perchè lui doveva venire qua per crescere, senza rivoluzioni. Qui invece c’è la rivoluzione, bisogna vendere e ricominciare, per fare una squadra da quarto posto in su”

Verrai allo stadio?
“Si certo, sono tifoso, può darsi anche che vada in Curva Sud. Metto una parrucca semmai. Prendo Daniele e insieme andremo in Curva Sud a vedere la partita, se non va da altre parti a giocare”

La proprietà americana poteva fare di più per la Roma? Totti poteva fare di più?
“Totti avrebbe dato un contributo alla Roma, quello sicuramente. Di promesse ne sono state fatte tante da questa proprietà, reali non tante, da tifoso ho dei sogni e mi dispiace. Vedere la Roma competere ai vertici, com’era qualche anno fa, competere per lo Scudetto, vincere qualche coppa ogni tanto. La proprietà poteva fare di più? Ci sono problemi finanziari, se si deve vendere perchè stai a meno 50-60 milioni devi vendere giocatori importanti, la squadra chiaramente si indebolisce. Sapete meglio di me quali sono i problemi. L’impegno da parte mia è stato al 101% anche quando giocavo”

Che cos’è la Roma senza Totti? In un’altra società è necessario un personaggio romano che ami la Roma?
“Se io fossi il presidente della Roma e ho Totti e De Rossi come bandiere, gli darei in mano tutto, per quello che hanno fatto, per il rispetto, per quello che hanno dato, perchè possono spiegare cosa significa la romanità, non è stato mai chiesto. Pallotta si è sempre contornato di persone sbagliate e tuttora lo fa. Tutti sbagliano, ma questo rimprovero a Pallotta: se sbaglio per 8 anni una domanda me la farò oppure ho altri pensieri? Questo dico come tifoso Francesco. Se sbagli 10 interviste, all’undicesima ti fermi e ti poni una domanda. In questo momento non ci sono altre risposte”

C’è qualcuno che ti ha pugnalato dentro Trigoria?
“Si, non farò mai i nomi. Ci sono persone che non vogliono che stia là dentro, anche dentro Trigoria. Chi riporta le cose al presidente? Ci sono delle persone che fanno il male della Roma a Trigoria. Pallotta tante cose non le sa e lui si fida sempre delle stesse persone, questo è il suo errore principale. Io conosco Trigoria come nessuno, conosco tutti gli spostamenti, dall’usciere al vicepresidente, ci sono cresciuto. Ognuno fa il bene di se stesso, si guarda il suo orticello. A Pallotta arriva il minimo”

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Baldissoni?
“E’ stato un dirigente della Roma, nei miei confronti ha cercato di direzionarmi non lo so dove, ma mi ha direzionato. Sotto alcuni punti di vista mi ha aiutato. Mauro è il vicepresidente, è una carica importantissima”

Una corrente di pensiero dice che ti sei applicato poco e sei cresciuto poco da dirigente. Su alcuni pezzi sulla stampa? Che idea ti sei fatto?
“Ma vi rendete conto di cosa devo parlare? Quando faccio partite di beneficenza etc, loro ne sono al corrente, mi hanno dato la disponibilità anzi erano contenti perchè portavo il nome della Roma nel mondo. Pure altri dirigenti vanno a fare la settimana bianca, ma il problema è che non li riconosce nessuno. Sono andato via due giorni, venerdì stavo a Trigoria perchè c’era il derby. Sulla stampa che ha parlato delle mail etc, lo sanno tutti: la mail ci sta, non è che si può nascondere, ma io mi fido al 100% di Daniele De Rossi, ci metto la mano sul fuoco, che lui non abbia detto o pensato quelle cose. Qualcosa mi sto tenendo, se qualcuno risponde io ho altre cose da dire, meglio non andare avanti”

Come mai non sei riuscito ad avere un rapporto diretto con Pallotta? 
“Ultimamente ha cercato in tutti i modi di trattenermi, sempre attraverso terze persone. In due anni non ho mai sentito nessuno: ne Pallotta, ne Baldini. Mai ricevuta una telefonata, un messaggio. Voi cosa pensereste? Che sei ben voluto? No. Se io fossi stato il presidente avrei alzato il telefono e avrei parlato con Totti, nel bene e nel male”

Se Pallotta resta 10 anni?
“Spero che possa vincere, dopo tante parole. Abbiamo aspettato 8 anni, speriamo di non aspettarne altri 10. Se Malagò diventasse il presidente? Sicuramente mi chiamerà, avrò più fiducia, un po’ più di potere. Il problema è che se dico io una cosa, non va bene, perchè gli altri altrimenti non stanno davanti a tutto”

Le tue dimissioni sono state un ulteriore atto d’amore nei confronti della Roma. Ti chiedo: in questa opera di deromanizzazione, conclusa con la tua uscita di scena e di Daniele, a te personalmente ti fa più male esser stato considerato un peso, un freno, un impedimento o il fatto che non hanno creduto in te come dirigente?
“Sono stato un peso per questa società, perchè mi hanno detto che sono un personaggio troppo ingombrante da giocatore e da dirigente

Pallotta è qui per lo stadio o per la Roma?
“E’ una risposta sua, non lo so. Quando verrà lo dirà lui”

Cosa farai?
“Ho ricevuto alcune offerte da alcuni club italiani anche, una stamattina. Per rispetto dei tifosi mai alla Juve o al Napoli. Ci sono situazioni anche con FIFA, FIGC, io tante cose le ho sapute leggendo i giornali, di alcuni giocatori, di alcuni dirigenti, di alcuni allenatori, li leggevo sui giornali e poi li venivo a sapere da loro”

C’è un singolo aspetto per cui si sente di dire grazie a Pallotta?
“Grazie perchè mi ha fatto rimanere alla Roma fino alla fine della mia carriera, mi ha dato la possibilità di poter conoscere un’altra realtà, come la dinamica dirigenziale, ho avuto la possibilità di conoscere cose che mai avrei pensato di conoscere. Non sputo sul piatto dove ho mangiato. Spero che porti la Roma il più in alto possibile, adesso deve essere bravo di conquistare la fiducia della gente, spero che gli sta vicino gli dia le giuste indicazioni”

C ha descritto Trigoria come una polveriera, perchè Pallotta non torna a Roma?
“Non lo so, non ci ho parlato a quattr’occhi, solo due anni fa quando ho smesso. Eravamo con mia moglie e Baldini”

Ha sentito Florenzi e Pellegrini?
“Non ho sentito Alessandro, ho sentito Lorenzo, gli faccio i complimenti per ieri. Non ci credeva, ma ci crederà. Gli ho promesso tante cose, spero che possano avverarsi. E’ un ragazzo speciale e forte, una persona pulita che può far bene alla Roma. Può dare tanto a questa maglia, la onorerà fino alla fine. E qualche romano nella Roma serve sempre, fidatevi. Vedere giocatori che ridono quando si perde fa girare le palle… E quando qualche dirigente è contento quando si perde… I tifosi certe cose non le sanno. Se hai certa gente dentro Trigoria, non si va da nessuna parte. Uniti si va dritti, altrimenti si deraglia”.

Mancini?
“E’ il ct, vi saluta (ride, ndr)… Dovrà essere bravo a portare in alto la nazionale. Da ambasciatore spero di portagli fortuna”

Perchè vogliono togliere il cuore e l’anima alla Roma?
“Per me non se ne rendono conto, non vivono la quotidianità e non sanno nulla di Roma. Stando qui sul posto è totalmente diverso. All’altra parte del mondo gli arriva l’1% di quello che succede qui. Spero se ne possano rendere conto, ma ormai il tempo è passato…”

Con la sua rabbia e determinazione mostrata oggi, parla già da futuro dirigente della Roma
“Non ho alcuna rabbia, lo dico a malincuore, non vado contro nessuno, nè Pallotta, né Baldini, spiego perchè vado via. Ho preso una decisione brusca. Se tornerò, con un’altra proprietà, sarò dirigente a 360 gradi. Spiace dirlo qui, se avessero fatto quello che chiedevo non mi sarei mai dimesso”

I tifosi?
“La fede viene prima di tutto, non mi espongo più di tanto. Il mio popolo resterà sempre il mio popolo, nessuno me lo toglierà. E nessuno me lo toglierà”

C’è una scelta tecnica che avrebbe scongliato? Che rapporto ha avuto con Monchi?
“Non farò nomi contro i giocatori, per rispetto. Tornavo dalle vacanze, il primo anno che ho smesso. Mi hanno chiesto un parere su un giocatore, avevo detto che non sarebbe stato un bene per la Roma. Non era adatto a Di Francesco e veniva da tremila infortunio. certi dirigenti mi dicevano “ti pare, devi sempre andare contro…” Ma non chiedetemi il nome del giocatore, avrei fatto un’altra scelta e ci avrei azzeccato sotto un certo punto di vista. Avrei preso uno dell’Ajax. Già sapete di chi parlo, vero… Monchi? Non l’ho più sentito”

Nainggolan, ha preso posizione per farlo restare?
“Presi una posizione forte per lui, altri non volevano dargli delle punizioni. Ma nelle società forti chi sbaglia paga, anche Ronaldo e Messi. Nello spogliatoio deve esserci rispetto reciproco”

Dopo Roma-Barcellona si aveva la sensazione di qualcosa di diverso o già si sapeva dei sacrifici?
“Vendendo giocatori e adesso spezzo una lancia nei confronti di Di Francesco. Non l’ho portato qui io, l’ha portato Monchi. Ha chiesto 4-5 giocatori e non gliel’hanno mai presi. Inutile nascondersi, perché poi dopo la verità fa male… Non difendo il mister, ha sbagliato, ma ha chiesto 4-5 giocatori. Ne hanno presi zero? Lei lo sapeva? Io si… Dalla vostra parte tutto è più semplice”

Per 30 anni si è sempre detto che chiamava dei giocatori per farli venire alla Roma. Se domani uno ti chiamasse, lei cosa direbbe?
“La verità. Quello che c’è ora in questo momento. Venire qui è una scelta, io posso spiegare la situazione, non obbligare una scelta. La decisione spetta a lui. Cose belle? La città, il mare, la montagna, il sole. E i tifosi della Roma, che sono i più belli di tutti”

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