Virtus Roma, poco o nulla: sconfitta (92-67) a Brindisi

Virtus Roma, poco o nulla: sconfitta (92-67) a Brindisi

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Happy Casa Brindisi-Virtus Roma 92-67 (22-15; 47-29; 74-49)

Happy Casa Brindisi: Krubally 8, Zanelli 8, Harrison 22, Visconti 2, Gaspardo 11, Thompson 12, Cattapan 2, Guido, Udom 6, Bell 6, Perkins 8, Willis 7. All. Vitucci.

Virtus Roma: Hadzic, Biordi, Beane 8, Campogrande 6, Baldasso 11, Cervi 4, Telesca ne, Hunt 7, Robinson 13, Farley ne, Wilson 18. All. Bucchi.

Dura solamente un quarto la partita della Virtus Roma, incapace di dare continuità a quanto di buono fatto una settimana fa all’esordio contro Bologna. Prestazione opaca quella degli uomini di Bucchi, privi di Evans per il resto della stagione a causa della rottura del tendine d’Achille riportata ad inizio settimana. Roma tira male, difende peggio, lasciando campo agli avversari, puntuali nel punire ogni errore capitolino. Bisognerà certamente intervenire sul mercato, altrimenti si rischia di assistere ad un lento quanto lungo calvario, piuttosto che ad una stagione fatta di speranze e possibilità.

La partita. Primo quarto in equilibrio fino al 7-6 del 5′, quando Brindisi si accende e allunga sul +7 (22-15) alla prima pausa. Dal secondo quarto in poi, la squadra di Vitucci prende totalmente in mano le redini del gioco, controllando il match a piacimento e assestando già la spallata decisiva alle velleità avversarie, andando al riposo lungo sul +18 (47-29).

Al rientro dagli spogliatoi non cambia la musica: Brindisi è padrona del campo, Roma insegue nel disperato quanto inutile tentativo di dare un senso alla trasferta. Segnano in tanti, difendono in pochi. Gli ultimi 10 minuti si trasformano in una passerella per i panchinari di casa, mentre per la Virtus si chiude un’agonia che non dovrà più ripetersi.

Le parole di coach Piero Bucchi: “Sconfitta che ci servirà molto: se qualcuno dopo domenica scorsa si era illuso che il campionato italiano fosse facile, oggi ha capito che non è affatto così. Sapevamo di essere indietro con il lavoro, quello di cui abbiamo bisogno ora è continuare a lavorare e capire il prima possibile quanto sia alto il livello della Serie A”.

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