Virtus Roma, the sound of silence: sconfitta (88-93) contro Sassari

Virtus Roma, the sound of silence: sconfitta (88-93) contro Sassari

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Virtus Roma-Dinamo Banco di Sardegna Sassari 88-93 (19-24; 35-54; 62-73)

Virtus Roma: Barford 13, Cusenza ne, Alibegovic 17, Webster 7, Rullo 4, Baldasso ne, White 12, Pini 4, Farley ne, Spinosa ne, Buford 14, Kyzlink 17. All. Bucchi.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari: Spissu 10, Bilan 22, Smith 6, Bucarelli ne, Devecchi ne, Evans 23, Magro ne, Pierre 4, Gentile 13, Coleby, Vitali 15. All. Pozzecco.

Hello darkness, my old friend… Dopo un mese di stop del campionato, arriva un’altra sconfitta per la Virtus Roma, la nona consecutiva, stavolta con alcune attenuanti non trascurabili. In primis, un PalaEur vuoto, a causa dell’allerta sulla diffusione del Corona Virus, che ha costretto Roma e tutto il campionato alle porte chiuse. L’assenza di Baldasso in regia e soprattutto di Jefferson, inoltre, ha complicato non poco la vita sotto canestro degli uomini di Bucchi, costretti ad una rotazione furiosa su Bilan, mai però arginato del tutto. Il lungo dei sardi, infatti, sconquassa i ferri avversari con 22 punti (9/12 dal campo) dominando sopratutto nel primo tempo, aiutato da un Evans in serata di grazia, autore di una doppia doppia da 23 punti e 13 rimbalzi, con 3 assist e 36 di valutazione totale. Bene anche Gentile e Spissu, mentre per la Virtus si vedono subito in campo i due nuovi, con Barford (13, 7 rimbalzi e 3 assist) già ben inserito, mentre per Webster, oltre qualche lampo di ottima qualità offensiva, ci vorrà più tempo. Partito male, Alibegovic chiude poi in crescendo, mentre Kyzlink si mantiene costante per tutta la gara, con un ottimo secondo tempo offensivo di White e Buford. Grande disparità nei liberi, gli ospiti ne tirano 36 (realizzandone 29) mentre Roma si ferma ad 11/13, segno di un metro arbitrale non proprio applicato con equità. Paradossalmente la Virtus perde molti meno palloni (5) contro i 12 sassaresi, ma tira peggio dalla lunga distanza (5/26, 19%) mentre i ragazzi di Pozzecco sono molto più precisi (8/20, 40%). Parlare di futuro ora è complicato, perchè in mattinata la Lega, in accordo con la Federazione, ha rinviato l’intera settima giornata di ritorno: teoricamente mercoledì e domenica, la Virtus sarebbe impegnata in casa contro Cantù ed in trasferta a Pesaro, squadre provenienti da aree nell’occhio del ciclone, in piena zona rossa. Si navigherà a vista, aspettandosi tutto e senza poter fare alcun tipo di previsione.

La partita. Sono gli ospiti ad iniziare meglio, in controllo dell’attacco, portandosi sul +5 (7-12) al 5′. Roma prova sempre a restare dentro la gara, nonostante Bilan domini la prima parte del periodo, arrivando sino al -2 con Rullo (19-21). La tripla sulla sirena di Gentile, però, vale il 19-24 alla prima pausa. Continua la beneficiata in attacco per i sardi, ma i capitolini si tengono a contatto sul -2 (30-32) al 14′ con la bomba di Webster. Da lì, però, Evans e soci aprono un parziale di 5-22, col quale Sassari vola sul +19 (35-54) alla pausa lunga.

Al rientro dagli spogliatoi la Virtus è più viva. Come detto, White si carica sulle spalle la squadra, con Buford a sostegno, per un terzo parziale nel quale Roma riesce ad accorciare le distanze, arrivando al 27′ in singola cifra di svantaggio (56-65). Vitali, in chiusura di frazione, ridà un buon margine ai suoi (61-73). Nel quarto periodo, però, i padroni di casa rientrano definitivamente in partita. Grazie soprattutto a Kyzlink e Barford, il divario si riduce sino al -2 (80-82) al 37′. Alibegovic, a 2 minuti dalla sirena, segna il -1 (82-83) ma, sull’84-87, Barford e Webster sbagliano le triple del pareggio, chiudendo di fatto le speranze di completare la rimonta. Ora, da calendario, per Roma arrivano due gare fondamentali per le speranze salvezza ma, come detto, non è possibile fare programmi per via dei potenziali rinvii.

Le parole di coach Piero Bucchi al termine della gara: “Mi unisco alle parole dei colleghi Pozzecco e Sacripanti riguardo al fatto che sia giusto non giocare perché è una situazione sicuramente strana: mentre si chiede ai giocatori di stare in campo ravvicinati, ai giornalisti in tribuna stampa si dà istruzioni di rimanere a un metro di distanza. Detto questo la squadra ha fatto una buona partita, orgogliosa, riuscendo a rientrare in gara dopo il passivo del primo tempo: una buona base qualora dovesse esserci ancora pallacanestro per quest’annata”.

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