“Voglio restare a Roma. Per vincere lo scudetto”

“Voglio restare a Roma. Per vincere lo scudetto”

SHARE

IL ROMANISTA – C. ZUCCHELLI – Ventisei anni da compiere martedì prossimo, una stagione fatta finora di 24 presenze (più del triplo dell’ultimo anno a Madrid), un gol e un futuro ancora tutto da scrivere. Fernando Gago proprio contro il Lecce all’andata ha segnato l’unica rete della sua avventura romanista, almeno finora, ed è lui, a tre giorni dalla sfida di ritorno in Salento, a parlare a Trigoria di cosa aspetta la Roma in questo ultimo mese e mezzo di campionato: «Per noi – racconta – saranno tutte finali. Dobbiamo giocarle con determinazione cercando di vincere sempre perché sappiamo quanto sia importante la Champions». Raggiungere il terzo posto sarebbe vitale, un risultato che darebbe uno slancio decisivo al progetto romanista. Il centrocampista argentino avverte: «Il progetto può essere bello quanto vuoi ma deve andare di pari passo con i risultati, altrimenti si spegne».

Il futuro della Roma, come detto, è ancora tutto da scrivere, quello di Gago, in prestito dal Real Madrid, anche. Il feeling con Mourinho non è mai sbocciato, è difficile immaginarlo di nuovo al Bernabeu e le due società si stanno accordando per il riscatto da parte della Roma per una cifra intorno ai 6 milioni: «Io voglio restare – conferma l’argentino – e ho già parlato con chi di dovere. Vorrei vincere lo scudetto il prossimo anno, ma non dipende solo da me, ci sono altre parti in causa e dobbiamo aspettare l’esito della trattativa». Nei prossimi sessanta giorni si deciderà praticamente tutto, ma intanto dopodomani si gioca. E c’è un obiettivo da raggiungere. Si parte da lì. Lotta per il terzo posto: il campionato sembra aver aspettato la Roma. Siamo ancora in corsa per la Champions, abbiamo qualche possibilità, dobbiamo cogliere queste occasioni. Mancano delle partite importanti, partite che dobbiamo vincere perché sappiamo quanto sia importante giocare in Champions. Dobbiamo comunque procedere partita dopo partita e migliorare perché spesso sia in attacco sia in difesa commettiamo gli stessi errori. Ma questo è un processo lungo e dopo sei mesi non si può pretendere che abbiamo assimilato un’idea gioco così precisa. Però siamo sulla strada giusta.”

Come giudichi la tua esperienza alla Roma? L’andamento di questo progetto può incidere sul tuo futuro? “Ho avuto la fortuna di giocare nel Boca, una delle squadre più forti e importanti dell’Argentina, e nel Real, una delle più importanti di Spagna. Adesso sono nella Roma che non ha un palmares di prima fascia ma ha un fascino speciale. Qui ha giocato Batistuta, in Argentina c’è molto seguito. La Roma, come dicevo, ha un fascino speciale per la città, la gente e l’ambiente che si respira allo stadio. Ora voglio soltanto finire bene quest’anno poi vedremo. Io ho già parlato con chi dovevo parlare perché giocare qui non è un problema ma un onore”. La cultura “basca” di Luis Enrique è diversa da quella del Real? “Ogni club ha una sua identità, è difficile, forse sconveniente, fare paragoni. Ogni squadra ha una sua idea calcistica, sappiamo che il Barcellona gioca con più possesso palla, il Real è più diretto, la Roma vuole fare possesso palla ma ha anche dimostrato di essere diretta. E’ il bello del calcio quello di avere filosofie diverse, anche se poi quello che conta è come si traducono in campo.”

Tu vuoi restare alla Roma? Sì, voglio rimanere qui ma non dipende solo da me. Ci sono tre parti in causa: io, la Roma e il Real. Dobbiamo aspettare l’esito della trattativa. Si parla di un interessamento per Suarez che tu hai affrontato in Coppa America. Potrebbe essere utile alla Roma? Lo conosco da molti anni, è forte e fa la differenza. E’ chiaro che da qui ai prossimi mesi si susseguiranno indiscrezioni di mercato, ora Luis è del Liverpool e quindi dovremo attendere. Ti trovi meglio da regista o da intermedio? Anche se il mister mi dicesse di giocare in porta, lo farei volentieri. Io mi alleno ogni settimana per far parte della squadra, voglio dare il mio contributo. In carriera ho sempre giocato davanti alla difesa, in nazionale da interno. E’ un ruolo che mi piace. E’ più facile che l’Argentina vinca il prossimo Mondiale o la Roma il prossimo scudetto? Il calcio è imprevedibile, magari si possono realizzare entrambe le cose. Se dovessi restare qui il prossimo anno farei di tutto per cercare di vincere lo scudetto, ma è meglio non andare troppo lontano e procedere un passo alla volta. Sarebbe un fallimento non raggiungere la Champions o era stato messo in conto? Quando sono arrivato qui, sono arrivato per vincere ogni partita e quindi anche il campionato, ora siamo in corsa per la Champions e questo dipenderà dai prossimi risultati. Ma i risultati spesso dipendono anche dal tempo che serve per raggiungere l’affiatamento tra tutti i compagni. Ci vorrà tempo, ma la Champions è più vicina. Ci proviamo, ma dobbiamo tener conto che siamo una squadra giovane che però col giusto mix di giovani e giocatori di esperienza può fare progressi in fretta. Punti di forza e deboli della Roma? Quali giocatori servono? Abbiamo una rosa molto buona, non mi piace guardare già al prossimo anno. Abbiamo sia giocatori consacrati sia giovani dal futuro brillante e incredibile, basta vederli per capirlo. Tutte le decisioni spettano ad allenatore e dirigenza, spetta a loro capire cosa manca e dove migliorare questo progetto che deve andare di pari passo con i risultati. Nel calcio il progetto può essere bello quanto vuoi ma poi si spegne se non è accompagnato dai risultati.

La differenza tra Roma e Barcellona è solo in quel rigore discusso? In realtà non mi piace parlare delle squadre in cui non gioco. Ho visto la partita perché mi piace il calcio in tv e non son se e quanta differenzia ci sia tra Barcellona e Milan, sono due grandi squadre con due modi diversi di giocare e non è certo un rigore a fare la differenza. Comunque è stata una grande partita.

Calcioscommesse: Masiello ha ammesso di aver fatto volontariamente autogol. Che ne pensi? Non ho mai vissuto niente del genere nello spogliatoio e non sono molto al corrente di questa vicenda anche perché non leggo molto la stampa sportiva. È comunque una cosa che fa male al calcio e allo sport in genere.

Hai segnato poco in carriera: da cosa dipende? Puoi migliorare? Magari potessi migliorare, a me piace crescere partita dopo partita e allenamento dopo allenamento. Spesso in passato ho giocato più arretrato rispetto ad ora e infatti ho qualche occasione in più. Mi piacerebbe segnare più gol, ma per le mie doti preferisco sempre un assist ai compagni. C’è una partita che ti porta ad avere un rammarico particolare e vorresti rigiocare? Penso al presente: tutte le partite sono difficili, da qui alla fine saranno tutte finali e non importa se contro il Milan o il Lecce. Dobbiamo affrontarle tutte con la stessa determinazione messa in campo contro il Novara. Abbiamo ribaltato il risultato e dimostrato che c’è stato un cambiamento.

 

NO COMMENTS

Comments are closed.