Borriello se ne va

Borriello se ne va

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IL MESSAGGERO ( UGO TRANI) – L’addio a Marco Borriello non sarà semplice. Presa la decisione, comunicata venerdì ufficialmente anche all’interessato, adesso la Roma scopre quanto sia complicata la cessione dell’attaccante, accolto a Trigoria meno di 12 mesi fa. La scelta di rinunciare all’attaccante ha due motivazioni: 1) tattica, perché nelle caratteristiche il giocatore non si sposa bene con il sistema di gioco di Luis Enrique; 2) finanziaria, perché l’intenzione della società giallorossa è di abbassare il monte ingaggi e mandar via il napoletano, con un ingaggio di 4 milioni netti all’anno, sta a significare che certi stipendi al momento continueranno a riceverli solo Totti e De Rossi.
Senza discutere la virata, comunque azzardata considerando il rendimento di Borriello nella passata stagione, dei dirigenti e del tecnico, è evidente che la dismissione del centravanti oggi, rispetto a due mesi fa, comporta più di un problema. La Roma sa bene che difficilmente riuscirà a cederlo a titolo definitivo o alla cifra che avrebbe voluto per la sua partenza, tra i 10 e i 12 milioni. I club interessati, per primo il Milan, stanno cercando di averlo in prestito con diritto di riscatto. Una formula che non può andar bene a Sabatini: la società giallorossa, costretta al riscatto dell’intero cartellino proprio dal club rossonero per 10 milioni (prima rata quest’anno, le altre nei prossimi due), incasserebbe poco o niente. Soprattutto perderebbe un titolare senza ricevere gli euro che servono per prendere il sostituto dello stesso livello. In più, come se non bastasse, il calciatore non è utilizzabile per ora nelle coppe europee. Colpa di quel quarto d’ora che Luis Enrique gli ha fatto giocare giovedì scorso a Bratislava. L’ingresso in campo del centravanti ha spiazzato per primo il diesse giallorosso che non ha capito la mossa dell’allenatore asturiano. Se la Roma uscisse dall’Europa League tra tre giorni, Borriello potrebbe riacquistare il giusto valore. Perché avrebbe addirittura la possibilità di giocare nella stessa competizione e quindi trasferirsi al Pgs di Leonardo. In caso di qualificazione della squadra giallorossa, l’attaccante dovrebbe aspettare febbraio per partecipare alla Champions. Con la maglia del Milan, o dell’Inter o, perché no?, del Napoli.
La Roma dovrà fare attenzione a non perseverare, dopo gli ultimi errori nella gestione del caso Borriello. Il centravanti dovrà partire solo dopo la gara di ritorno con lo Slovan, in programma giovedì sera all’Olimpico: il suo contributo va sfruttato fino in fondo, cercando di ottenere il passaggio del turno. Da venerdì l’obiettivo sarà cederlo e, possibilmente, a titolo definitivo. Sabatini avrebbe preso questa posizione per accontentare il centravanti, deluso per la panchina nel play off di Europa League, e al tempo stesso per fare uscire allo scoperto qualche società straniera, tant’è vero che il diesse proprio ieri ha chiamato diversi agenti Fifa per sondare il terreno all’estero.
Nelle prossime ore Tiberio Cavalleri si presenterà a Trigoria. È il manager di Borriello che ieri si è sfogato al telefono, in diretta tv, a Sky sport 24: «La comunicazione è stata presa con una certa sorpresa. Vedrò di approfondire con Sabatini questo discorso: voglio capire bene le loro intenzioni. Il calciatore è stato acquisito lo scorso ventisei giugno e non credo ci siano voluti due mesi di tempo per capire se fosse un centravanti o un’ala destra. Offerte concrete? Molti rumors. Il fatto che sia stato impiegato in Europa League preclude il passaggio a molte società che partecipano alle competizioni europee. Se la volontà era quella di metterlo sul mercato, era sufficiente non farlo giocare. Questo attesta che non c’è molta sinergia tra dirigenza ed allenatore. La scelta di averlo fatto giocare a Bratislava lo limita molto. In più la decisione di cederlo doveva essere presa un mese fa. L’anno scorso per venire alla Roma ha detto di no alla Juve e al City con dispiacere, proprio perché era stato individuato come il nuovo centravanti della Roma per il futuro. Lo attesta il fatto che gli vennero fatti un anno più quattro di contratto. La scelta di Marco è stata indovinata. In sei mesi ha realizzato diciassette gol. Un minimo di delusione ora c’è. Fino a quando rimarrà alla Roma non salterà mai un allenamento. Il Milan? E’ stato lanciato dai rossoneri, ha fatto tutta la trafila lì. E’ una squadra che ha nel cuore. Il Genoa? Non lo so, bisogna che io parli con lui per capire il suo stato d’animo. Anche perché il fatto di lasciare Roma non lo convince molto».

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