L’Europa vola via. E Lucho?

L’Europa vola via. E Lucho?

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A meno di improbabili miracoli, la Roma vede sfumare la qualificazione alle coppe europee a 15 anni di distanza dalla fallimentare stagione iniziata con Carlos Bianchi e terminata con la gestione Liedholm-Sella. E questo deve far riflettere.
Eppure, questa volta la delusione non è totale, ma l’amarezza per come sta finendo questa stagione nasconde la buona prova vista dalla Roma. La gara di oggi rappresenta alla perfezione l’intera stagione di questa squadra, fatta di luci e ombre. Una partenza sprint e un errore clamoroso del Capitano che avrebbe potuto stroncarla sul nascere, ma anche una squadra che ha lottato fino alla fine, regalando anche un gioco a tratti straordinario. Purtroppo, però, ci sono ancora errori inammissibili come le ingenuità di Heinze e Pjanic in occasione dei falli che hanno portato ai due gol del Catania e soprattutto il posizionamento della difesa a palla ferma sul gol di Marchese. Dall’inizio della stagione questa squadra continua a perdersi nei fondamentali tattici più elementari, e questo vanifica quanto di buono si cerca di costruire con fatica. A difesa piazzata, non si può concedere un cratere (non un buco) appena dentro l’area di rigore.
C’è da migliorare ancora molto dopo un’intera stagione, ma la società e soprattutto la squadra sono tutti dalla parte di Luis Enrique. La tifoseria, mediamente, lo è un po’ meno e questo, stando a quanto dichiarato dal mister in conferenza stampa, potrebbe anche spostare gli equilibri sulla decisione di restare o lasciare la Roma. Succede poi che, proprio dopo questa partita, dichira in modo sibillino ma non troppo: “Devo sapere di avere tutto per migliorare la squadra”. Forse, è un’ipotesi, mancano garanzie certe per quanto riguarda il prossimo mercato. O forse Sabatini vuole evitare di acquistare esclusivamente giocatori richiesti dall’allenatore (è andata abbastanza bene con Osvaldo ma non altrettanto con José Angel).
Ultima battuta, doverosa, per Giorgio Rossi: 55 anni in giallorosso, ha vissuto sia il calcio moderno che quello del passato, indubbiamente più genuino. Ora la meritata pensione e un ringraziamento da parte di tutti ad un’altra bandiera giallorossa.

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