Mazzone: “Derby condizionato da un episodio, bisogna cambiare il regolamento”

Mazzone: “Derby condizionato da un episodio, bisogna cambiare il regolamento”

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Elmar Bergonzini, giornalista del Secolo d’Italia, ha intervistato Carlo Mazzone, ex allenatore della Roma e personaggio storico del calcio italiano, dopo la sconfitta della Roma nel derby.

Settecentonovantacinque. Basta scriverlo per rendersi conto che ci si trova di fronte ad un numero epico. Solo Carlo Mazzone infatti è riuscito a sedersi 795 volte sulla panchina di una squadra di serie A. Il mister non detiene però solo questo record, ma anche quello di spontaneità ed onestà in un mondo nel quale queste parole sono misconosciute. In esclusiva per il Secolo, Mazzone parla di derby, moviola in campo, calcio-scommesse e nazionale.

Mister, lei è notoriamente un tifoso romanista, come ha vissuto il derby di domenica?

Il derby è stato un classico per quello che è la sua storia. La partita è stata condizionata da un episodio. Non voglio passare per il tifoso di parte, ma credo che la regola che prevede sia il rigore che l’espulsione del portiere sia troppo penalizzante. Bisogna cambiare il regolamento. La Lazio è stata bravissima a sfruttare le occasioni avute.

A Roma si parla molto del talento di Fabio Borini e del progetto di Luis Enrique, cosa ne pensa?

Di Borini penso benissimo. Mi auguro che possa diventare la nuova bandiera della Roma, pur non essendo nato in questa città, e in questa squadra. Però è giovane, va lasciato crescere. Deve vivere il calcio come un divertimento, così farà divertire anche noi.

Su Luis Enrique ritengo che, dato che la società ha puntato su di lui, vada lasciato lavorare in pace. I tifosi e la stampa devono stare tranquilli. Ha delle ottime idee, ed è molto preparato. Sono convinto che presenterà un calcio vincente e divertente, nessuno può però fare dei miracoli. L’anno prossimo conoscendo meglio il nostro campionato e con la possibilità di intervenire sulla rosa, sono sicuro che farà meglio di così. Quest’estate ha portato dei giocatori molto giovani alla Roma, e con i giovani bisogna pagare il pedaggio.

Utilizzerebbe la moviola in campo per evitare casi di gol fantasma, come successo in Milan-Juve di recente?

Si. Dovrebbero spiegare alla gente il perché nel 2012 ancora non la si utilizza. Ci sono dei signori che fanno il bello e il cattivo tempo nel calcio. Non capisco perché non ci si faccia aiutare dalla tecnologia. Questo è un gioco di grande partecipazione emotiva ed è lo sport più seguito al mondo. Facciamo in modo che gli episodi che si verificano in campo vengano rispettati. Evidentemente c’è chi vuole sentire il potere nelle proprie mani. Dopo calciopoli, se non si inserisce la moviola in campo, pur avendone i mezzi e le possibilità, i tifosi sono legittimati a pensare male. In Italia si vive di calcio. Io mi ricordo quando da giovane litigavo al Bar con gli amici, discutendo sulla Roma e sulla Lazio: so che oggi questo succede ancora. Però non vogliono ripulire questo sport. Si dovrebbero lasciare gli stadi vuoti chiedendo l’introduzione della moviola.

Cosa sta succedendo all’Inter?

L’Inter paga il calo di tensione. Domenica quando stavano perdendo 0-2 col Catania pensavo che avrebbero potuto subire una goleada. Invece hanno rimontato lo svantaggio e hanno sfiorato la vittoria nel finale. C’è stata una forte partecipazione emotiva da parte dei giocatori. Questo dimostra che la squadra è con Claudio Ranieri, e per questo credo che debba poter guidare l’Inter fino a fine anno, per poi decidere insieme con la dirigenza il futuro della squadra. In Italia ci si dimentica che vince uno solo e altri 19 perdono. Così ogni settimana viene mandato via qualche allenatore. Questo è assurdo ed infantile. Secondo me nel girone di andata bisognerebbe impedire ai presidenti di esonerare. Tutti hanno il diritto di avere quel margine di tempo minimo indispensabile per organizzare una squadra. Per me alcuni direttori sportivi sbagliano la creazione della rosa e poi danno la colpa all’allenatore spingendo per l’esonero. Questa è una mancanza di rispetto grave. È per questo che bisognerebbe dar loro almeno qualche mese di tempo.

Come è possibile che ci siano dei calciatori disposti a vendere le partite?

Purtroppo ovunque ci sono dei balordi. Nel calcio, sport al quale partecipano milioni di persone, è facile che ci sia qualcuno che non rispetta le regole. Questa è gentaccia. Andrebbero eliminati dal calcio. Le società, gli allenatori e i tifosi non dovrebbero essere puniti con dei punti di penalizzazione. Radiamo chi si vende le partite, ma non puniamo i tifosi, il cui amore per il pallone viene già violentato da queste persone. Perché punire ulteriormente chi soffre e non c’entra nulla? Vanno puniti i colpevoli, non le vittime.

Le piace l’Italia di Cesare Prandelli?

Quello di c.t. è un lavoraccio, ma Prandelli è adatto a questo ruolo. Credo che l’Italia possa fare bene agli Europei, ma ancor di più in futuro, visto che abbiamo molti giovani forti in squadra. Il nostro futuro è legato alla loro gioventù. Questo è l’unico vantaggio che porta la crisi economica: le squadre sono costrette a far esordire i giovani, e questi arrivano con una maggiore esperienza in nazionale. A giugno, mi spiace per Trapattoni che per me è un fratello aggiunto, ma dovrò tifare contro Giovanni. Parlando di nazionale devo dire che non ho capito perché non sono mai stato messo in ballottaggio per allenarla. Non pretendevo di far parte della nazionale, ma almeno di essere citato dai giornali fra quei 5-6  papabili. Anche perché spesso nell’Italia ci sono stati giocatori che con me nei club hanno fatto benissimo, come per esempio Totti. Però va bene così, ridendo mi dico ancora: “sarà per la prossima volta”.

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