La guerriglia in città: bombe carta, cariche e due ultrà accoltellati

La guerriglia in città: bombe carta, cariche e due ultrà accoltellati

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poliziaCORRIERE DELLA SERA (R.Frignani)-I tonfi dei sassi e delle bottiglie contro i parabrezza delle auto. Il fumo acre, l’aria irrespirabile per i lacrimogeni. Il lungoteverecoperto di bengala e gli abitanti di ponte Milvioin fuga negli androni dei palazzi per ripararsi dallafuria dei teppisti, ma anche per non rimanere bloccati in mezzo alle cariche delle forze dell’ordine. Un pomeriggio di ordinaria violenza prima e dopo il derby, fatto giocare di giorno proprio per limitare i rischi.

 

Una previsione purtroppo facile: le ultime edizioni delle sfide fra Lazio e Roma sono state costellate da scontri e feriti. Mai tuttavia, almeno di recente, i coltelli erano stati sfoderati per uccidere. Ieri sì, con due romanisti — con la maglia giallorossa addosso — accoltellati: uno,Massimo Ceci, 38 anni, è in prognosi riservata al Policlinico Gemelli. Con un amico trentenne è stato circondato e colpito alle 16.20 nei pressi dell’Olimpico da una ventina di giovani con le sciarpe della Lazio con i quali avevano prima scherzato e poi discusso al capolinea dei bus di piazza Mancini. Altro che «puncicate»: il primo è stato raggiunto da un fendente all’emitorace sinistro, il secondo invece è riuscito a schivare la coltellata e la lama l’ha solo sfiorato. È stato dimesso con pochi giorni di prognosi mentre Ceci non rischierebbe la vita. «Con quei laziali c’era stato uno scambio di battute, qualche sfottò, poi sono spuntati i coltelli», avrebbero raccontato al pronto soccorso. Delle loro condizioni si è informato fino a sera il sindaco Ignazio Marino, ma ora la polizia indaga per ricostruire cosa sia accaduto al capolinea: la videosorveglianza dovrebbe aver ripreso tutta la scena.

 

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