La giugulare del cuore

La giugulare del cuore

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Ci sono immagini che rimangono impresse nella memoria di ognuno di noi. Alcune belle, altre brutte. Altre poi che occupano un posto a sè stante nel nostro cuore. Il Divino che si tira su le maniche a Pisa, Ago che si inginocchia braccia al cielo dopo il gol contro l’Avellino; Carletto Mazzone sotto la Sud; il Capitano che, dopo il gol con il Parma, indica la Curva dicendo “E’ vostro”… Poi c’è quella vena lì. Quella giugulare che eravamo abituati a vedere esplodere. E noi appresso a lei. Già quella vena che ormai da tanto, troppo tempo non ammiriamo più non sapendo dove sia andata a finire. Quella giugulare era il segno distintivo di DDR, al secolo Daniele De Rossi da Ostia, un giocatore straordinario, uno dei primi cinque centrocampisti al mondo. Piano piano, con il trascorrere degli anni, quella carica esplosiva è venuta meno, quell’urlo è andato scomparendo facendo posto ad una timida compostezza anche in occasione di gol o giocate importanti. È come se qualcuno avesse preso il DDR che conoscevamo, ed amiamo, e l’abbia sostituito con il fratello “buono”. Daniele, al pari di Francesco Totti, è il simbolo di una città, di un popolo, di una fratellanza che si racchiude in quei colori ed in quella maglia. Da sempre Lui è l’erede designato per prendere il posto del Re quando quest’ultimo, speriamo il più tardi possibile, deciderà di appendere gli scarpini al chiodo. Eppure in questi ultimi tempi sembra che qualcosa possa portare lontano dalla Capitale il Principe designato. Qualche mugugno, qualche incomprensione, problemi di natura personale e tattica: tutto ciò ha fatto si che in una piazza che vive di leggende metropolitane si iniziasse a pensare di veder DDR lontano dalla sua città e dalla sua gente. Manchester City, Real Madrid, PSG e chi più ne ha più ne metta. I nomi impazzano, le ipotesi e le quotazioni anche. E lui, il protagonista di tutta questa vicenda tace dietro alla barba che si è fatto crescere.

Nessuno di noi sa cosa accadrà domani, tra un mese o tra un anno. Non sappiamo se il mercato che verrà porterà DDR lontano dal suo mare, dalla sua città, dalla sua gente e dagli unici due amori della sua vita: Gaia e la Roma. Ciò che sappiamo con certezza, ciò che desideriamo con tutto noi stessi è che per un pomeriggio, magari questo pomeriggio, con un tempo da lupi come quello che si prospetta quella vena possa gonfiarsi di nuovo e quell’urlo, troppe volte smorzato in gola, possa gettar fuori tutta l’aria che ha nei polmoni. Perché nessuno di noi si immagina, e si immaginerà mai, che per quanto belli siano il City Of Manchester, il Parco dei Principi o il Santiago Bernabeu  quella giugulare possa gonfiarsi in un altro posto che non sia la Curva Sud…

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