Montella decide: niente Borriello, Totti alla Spalletti

Montella decide: niente Borriello, Totti alla Spalletti

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GAZZETTA DELLO SPORT (M. CALABRESI) – Domanda da un milione di euro: prima di Roma-Juve era un vantaggio che si parlasse di DiBenedetto anziché della partita, oggi «è meglio giocare in trasferta perché se ti scopri loro sono bravi». Stavolta Montella avrà ragione? I colori dell’avversario sono gli stessi: non cambiasse il neppure il risultato sarebbero dolori atroci. E allora, largo al modulo fedeltà.

Due lettere Dopo i giri di parole neanche tanto celati dell’ora di pranzo, a merenda ci ha pensato proprio Borriello a sputare il rospo, stuzzicato da un tifoso prima della partenza per Trieste, tappa intermedia del viaggio verso Udine. «Marco, giochi?» . «No» . Una sillaba a denti stretti, la più chiara di questo mondo. Quelle dieci reti segnate ai friulani in altrettante partite «Le parole di Menez? Il futuro dei giocatori è l’ultimo pensiero Ci penseremo, ci penseranno, ci penserà…» (sette ad Handanovic, di cui due triplette e il gol dell’andata) rischiano di accomodarsi in panchina.

Tunnel «Adda passa’ a nuttata» , avrà pensato Borriello, anche dopo il lungo colloquio in campo con Montella, che ha scelto la diplomazia per spiegare al giocatore l’ennesima esclusione: sì, ma quando? Non segna dal 2 febbraio e, da quel giorno, l’entusiasmo che si era portato dietro da Milano ha iniziato a scendere sotto il livello di guardia. Montella, prima della confessione sotto bordo, aveva preferito l’ironia, da un napoletano a un altro: «Avrebbe meritato di giocare di più – confessa -. Marco ha personalità, ed è anche simpatico, ci fa ridere: mi diceva “finalmente un attaccante che allena, mi farà giocare più spesso”, invece faccio giocare Perrotta centravanti» .

Foto dal passato Viaggiando con la macchina del tempo, è innegabile che a Montella siano rimaste più impresse le prodezze di Totti. Quattro, quelle da vedere e rivedere: una al Friuli nel ’ 98 -la palla calamitata sullo scarpino prima di segnare con il sinistro -poi due all’Olimpico con Turci e una con De Sanctis. «Se Francesco da centravanti sta bene e segna, è normale che un allenatore prima di spostarlo ci pensa bene -sottolinea Montella -. Anche se alle spalle ha un giocatore come Borriello» . Altra prova: c’era Totti anche in quello che in principio fu il 4-2-3-1 di Spalletti. «Abbiamo tutti sei anni in più, ma se utilizzo questo sistema è perché penso sia il più adatto» . A Roma, intanto, si rischia di non parlare più francese: «Le parole di Menez? E’ una partita cruciale: il futuro dei giocatori è l’ultimo dei pensieri. Ci penseremo, ci penseranno, ci penserà» . Punto e in campo.

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