Oggi comincia la nuova Roma

Oggi comincia la nuova Roma

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IL ROMANISTA (E. MASETTI) – Nessun viaggio in America, almeno per il momento. Franco Baldini, il futuro direttore generale della Roma, non andrà a Boston in questa settimana per incontrare Thomas DiBenedetto. L’ipotesi, che nei giorni scorsi era stata piuttosto concreta, è stata scartata a ridosso di Pasqua perché sia la nuova proprietà sia Baldini hanno scelto di aspettare il termine della stagione: con la Roma ancora in corsa per il quarto posto (obiettivo ritenuto da tutti importantissimo, per motivi tanto economici quanto di prestigio) e per la Coppa Italia (vincere a Milano? Si può) è necessario lasciare la squadra tranquilla e concentrata. Non solo: anche le persone che lavorano a Trigoria a stretto contatto con i giocatori devono lavorare nella serenità più completa senza, per quanto possibile, pensare al futuro. Ecco perché la rivoluzione americana, che sicuramente ci sarà, è stata rimandata. Non di tanto.
Di circa tre settimane, giusto il tempo di far finire la stagione. Poi, la nuova Roma di Thomas DiBenedetto prenderà sempre più forma. Anche senza il viaggio di Baldini in America, questa sarà una settimana importantissima per il futuro della Roma. Oggi, o al massimo nei prossimi due giorni, verrà costituita la nuova Holding partecipata da DiBenedetto e i suoi soci e da Unicredit necessaria per rilevare le azioni della Roma. Un altro passo ufficiale, uno dei più importanti, per far diventare la Roma a stelle e strisce.
La rivoluzione passa anche da qui. Nelle settimane che mancano alla fine della stagione, si continuerà a lavorare senza sosta: lo farà Baldini, che prosegue nel cercare il modo più indolore per lasciare la federazione inglese, lo farà anche Walter Sabatini, dal primo luglio il nuovo direttore sportivo (non può diventarlo prima avendo iniziato la stagione come tesserato del Palermo). Tra oggi e la fine della settimana, dovrebbe essere contattato dagli avvocati che seguono DiBenedetto e soci per firmare il contratto di consulenza che gli permetterà di lavorare “ufficialmente” per la Roma anche senza insediarsi a Trigoria. Se questo non dovesse avvenire, per motivi “tecnici”, Sabatini continuerà comunque a muoversi come ha già fatto negli ultimi mesi. Sentendo sempre Baldini, con cui lavora a stretto contatto, l’ex ds del Palermo si sta concentrando sui giocatori necessari nei ruoli chiave per la Roma del futuro: un portiere (Buffon è sempre in pole position), un centrale, un paio di esterni e un colpo (leggi Pastore) che possa conquistare la piazza.
A Baldini invece è stato affidato il compito più difficile, quello di scegliere l’allenatore che dovrà rilanciare la squadra e, soprattutto, intraprendere un progetto a lunga scadenza. Villas Boas è un suo pallino (due mesi fa si sono incontrati a Oporto) ma convincerlo non sarà semplice. L’ex vice di Mourinho è indeciso se restare un altro anno in Portogallo o accettare l’offerta del Liverpool, ma l’idea di iniziare un progetto a Roma lo intriga parecchio. Altro ostacolo è quello della clausola rescissoria: per strapparlo al Porto servono 15 milioni di euro, non pochi per una società che dovrà spendere parecchio per rinnovare il parco giocatori. Poi c’è l’ipotesi Ancelotti, che però in questi ultimi tempi si è allontanato, complici anche alcune dichiarazioni non proprio felicissime che non sono piaciute agli americani (gradirebbero che si esponesse di più col Chelsea, per forzare la mano), e la candidatura Montella, molto più di una possibilità.
L’attuale allenatore è monitorato con attenzione, gode della stima degli americani e di Unicredit, lavora bene con l’attuale dirigenza (il feeling con Montali e Pradè è ottimo) e, cosa da non sottovalutare, ha la squadra dalla sua parte. Anche se lui glissa («chiedete a chi non gioca cosa pensa di me…») gli attestati di stima dei senatori Totti, De Rossi e Burdisso gli hanno fatto piacere ed è sempre più sicuro di volersi giocare le sue chance di permanenza. Champions o non Champions.

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