Tredici anni dopo, nell’universo giallorosso, è riapparsa Zemanlandia

Tredici anni dopo, nell’universo giallorosso, è riapparsa Zemanlandia

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Il mondo è strano. Chissà quanti, dopo sedici minuti della gara di Marassi, si stavano facendo grasse risate pronti a sparare ancora ad altezza uomo. Anzi ad altezza Zeman. Invece, dopo sedici minuti da incubo, dalla tempesta rossoblu è apparso un arcobaleno con il numero 10: ancora una volta Francesco Totti ha preso per mano la sua squadra e l’ha portata in acque sicure. Forse è lì, proprio in quel momento, proprio al minuto 26 che qualcosa è cambiato. E Zemanlandia è riapparsa nella Capitale. I giallorossi, dopo il gol numero 217 in campionato del loro condottiero, hanno letteralmente stritolato il Genoa che per i restanti minuti di gioco non è mai uscita, di fatto, dalla propria metà campo. I gol di Osvaldo, due, e di Lamela sono solo una conseguenza di una partita giocata a ritmi altissimi che i tifosi giallorossi attendevano da 13 anni.

Raddoppi, verticalizzazioni, sovrapposizioni: tutto ed anche di più si è visto nella notte di Genova che, forse, ha restituito al campionato una delle squadre più belle. Comandata sempre magistralmente da Francesco Totti, la Roma è risalita da un baratro in cui sembrava sprofondata dopo soli sedici minuti di gioco. Invece stavolta i capitolini non si sono scomposti e, un centimetro alla volta, hanno risalito la china. Straripante Dani Osvaldo che ha realizzato due gol dando un contributo enorme alla squadra. In netta ripresa Daniele De Rossi: il biondo di Ostia sta piano piano entrando negli schemi di Zeman disputando un match di assoluto livello per intensità e concentrazione. Castan ormai è una sicurezza mentre Lamela sta facendo capire a tutti perché è stato pagato quasi venti milioni. La grande sorpresa però arriva da Ivan Piris. Il terzino paraguaiano, tanto bistrattato all’inizio, disputa un match incredibile: due assist, scambi continui e sovrapposizioni con Lamela. Spinge in maniera notevole e si affretta a chiudere in difesa. Dovesse continuare così la Roma, forse, avrebbe risolto anche il problema del terzino destro.

E lui? Il grande accusato? L’uomo nel mirino di soloni ed esperti del calcio? Colui che doveva aver già in tasca il foglio di via? Si limita a parlare con Totti ed Osvaldo ad inizio ripresa, continua a dar fiducia a Taxi e Piris, si fida ciecamente (ma su questo non vi erano dubbi) di Osvaldo e DDR. Non si deprimeva prima, non si esalta adesso. Così davanti alle telecamere che gli chiedono tutta una serie di pagelle sui suoi giocatori e sapendo che c’era Lamela in ascolto dice semplicemente: “Lamela? Per me ha preso cinque, da lui mi aspetto molto di più” andando via con il suo solito sorriso e lasciando l’intervistatore basito. Chissà magari anche su questa battuta domani qualcuno vorrà aprire un caso. Le scommesse sono aperte…

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